Le Colonie di Marina di Massa tra storia, riutilizzo e degrado

La Colonia marina ‘Edoardo Agnelli’ (ex Torre Balilla, Torre di Massa o Torre FIAT), trasformata in Resort.

Nel lungomare di Marina di Massa in Toscana ci sono quattro ex Colonie estive. Solo una di loro ha avuto un destino favorevole. Quella della FIAT che è un importante esempio di conservazione delle colonie realizzate nel ventennio. La Colonia marina ‘Edoardo Agnelli’ (ex Torre Balilla, Torre di Massa o Torre FIAT). Oggi trasformata in Resort. Le altre tre vivono in uno stato di abbandono totale. Si tratta della ex Colonia denominata ‘Ugo Pisa’, (per il recupero della quale sembra siano stati stanziati 20 milioni da suddividere con altre tre strutture bisognose di restauro). Fondi evidentemente insufficienti per riportare in vita una struttura di notevole interesse architettonico. Ha una particolare forma. Il corpo di fabbrica sulla spiaggia e quello nella pineta, divisi dal viale litoraneo, sono uniti da un cavalcavia in cemento, che permetteva ai bambini presenti, anche se malati, di essere spostati da un punto all’altro del complesso senza dover attraversare la strada. Oggi la struttura verso la pineta è in parte abbandonata e in parte domicilio abusivo; quella sul mare è divisa tra abitazioni private, un circolo velico e la sede dei radioamatori della provincia.

In primo piano la ex Colonia denominata ‘Ugo Pisa’, in degrado e sullo sfondo la ex colonia Torre di Massa o Torre FIAT, oggi Resort

C’è poi la Colonia Torino situata tra via Bondano a mare 51 e Lungomare Bondano, capace di ospitare all’epoca un numero ingente di giovani torinesi (in totale 800 bambini e 200 ragazze). Il progetto fu affidato al vincitori del concorso l’architetto Ettore Sottsass che realizzò un progetto razionalista di grande modernità e funzionalità degli impianti tecnologici, decisamente all’avanguardia nel panorama dell’epoca. Con la fine del regime fascista, e con il conseguente passaggio alla regione Toscana, l’edificio rimase colonia estiva per circa un decennio per divenire successivamente una scuola. Alla fine degli anni Sessanta prese avvio l’abbandono che condusse allo stato di degrado. Di recente il complesso, con grande potenzialità turistico ricettiva, è al centro di un contenzioso che ne ha bloccato la vendita all’asta. Il futuro appare ancora difficile da definire.

Veduta aerea dell’ ex colonie Torino a Marina di Massa

Un altra ex Colonia ‘Ettore Motta’, costruita nel 1926, molto più ampia dove andavano a trascorrere delle vacanze estive e le cure elioterapiche i figli dei dipendenti della Montecatini Edison, era dotata di piscina, refettorio, sala medica ed una grande centrale termica e si trovava immersa in una pineta di grandi dimensioni. Anche essa abbandonata a se stessa, cioè in completo degrado. Sembra che la Colonia Motta, sia stata acquisita da un imprenditore foggiano, seppure a un prezzo molto ridotto, per la quale sono già avviati i progetti di ristrutturazione. Staremo a vedere.
Anzi qualche cittadino di Massa avrebbe voluto entrare per documentare fotograficamente lo scempio in atto, ma le voci che girano sul complesso lo hanno costretto a desistere. Molto probabilmente è diventato un dormitorio per soggetti senza fissa dimora.

Un momento di attività ginnica in piscina dell’ ex Colonia Ettore Motta a Marina di Massa

Vi sono delle bellissime fotografie dell’epoca in cui la Colonia ospitava i bambini che dimostrano l’importante ruolo che le colonie svolgevano all’epoca della loro costruzione. Durante il Fascismo viene intensificata la costruzione delle colonie rivolte a bambini e ragazzi allo scopo di sostenere le famiglie meno agiate e offrire un periodo di attività fisica all’aria aperta e cure elioterapiche. Un’esperienza formativa dedicata alla salvaguardia della salute per una corretta crescita psicofisica e alla condivisione dei rapporti educativi e sociali con i coetanei. In breve tempo viene riconosciuto il carattere formativo ed emancipante delle colonie, le quali non saranno più rivolte alle sole fasce svantaggiate.

Nella foto, bambini in spiaggia che svolgono attività sportiva

A partire dagli Anni 1970, tutto cambia: le colonie passano di competenza alle amministrazioni Comunali, alle Comunità Montane e agli Enti pubblici e questo in gran parte ne ha decretato la fine. Molte amministrazioni locali hanno lasciato nell’incuria le importanti strutture architettoniche ancora oggi visibili lungo i vari litorali della penisola per una sorta di “Damnatio Memoriae”, (concetto recuperato dal periodo dell’impero Romano). Cioè la cancellazione di qualsiasi traccia riguardante una determinata persona o periodo storico, come se non fosse mai esistito. Giustificando questa azione con l’idea del forte cambiamento strutturale della società occidentale, che avrebbe determinato una profonda crisi delle colonie estive, sostituite dalla villeggiatura con la famiglia tradizionale. Concetto discutibile, anche perché molte Colonie hanno continuato svolge egregiamente il proprio compito fino alla metà degli anni ’70 come, ad esempio, quella di Cavi di Lavagna delle miniere di Cogne della valle d’Aosta.

Una ex colonia attualmente abbandonata al degrado nella riviera di Marina di Massa

Nel territorio di Massa, come d’altronde in altre zone del territorio nazionale, durante il ventennio sono state eseguite molti miglioramenti urbanistici. Si era provveduto alla bonifica della zona del Brugiano. Fino al Cinquale erano tutte zone paludose. E vi è stato un potenziamento dell’estrazione dei materiali di cava. Inoltre è stata realizzata viale Roma, una importante strada di scorrimento di quasi cinque chilometri che collega il centro di Massa con Marina.