D. B Cooper: il furto del secolo in alta quota

Ci sono dei furti che rimangono nella storia, basti pensare a quello della Gioconda che ancora oggi suscita curiosità e stupore. Sicuramente, tra questi c’è quello che fu fatto negli anni Settanta in alta quota.

L’arrivo all’aeroporto

Siamo nel 1971, nel mese di Novembre quando all’aeroporto internazionale di Portland, nell’Oregon (USA) si presenta un uomo con una valigetta nera dal nome Dan Cooper. Questo Dan acquistò un volo di sola andata per Seattle, nello stato di Washington. Questo volo impiegava solo trenta minuti da Portland, dunque un tempo brevissimo. Cooper si accomodò al posto 18c. Molti testimoni dichiararono di aver visto fumare; lo hanno descritto come un uomo di circa quarant’anni, alto circa un metro e ottanta vestito piuttosto elegantemente.

Identikit di Cooper. Wikipedia.

Una volta decollato, Cooper chiese a una donna, accanto a lui, di tenergli un biglietto. Inizialmente questa credeva che fosse il suo numero di telefono, ma appena prestò maggior attenzione, si accorse che era un messaggio nel quale Cooper annunciava il dirottamento del volo, minacciando di avere una bomba con sé. La donna sulle prime non credette al biglietto, pensando a uno sconveniente scherzo ma quando l’uomo aprì la sua valigetta si dovette ricredersi: infatti, essa conteneva otto cilindri rossi che ne facevano un dispositivo esplosivo.

Il dirottamento

Cooper diramò l’annuncio al resto dei passeggeri con le relative richieste: duecentomila dollari e quattro paracaduti e un automobile pronta per la fuga al suo arrivo a Seattle. Dopo le sue richieste, i piloti cercarono di ritardare il volo così da permettere al FBI di trovare i soldi e di organizzare le forze militari a Seattle. L’auto, però, era solo un depistaggio; infatti, una volta arrivato non scese ma costrinse i piloti a riprendere il volo; infatti, nelle sue intenzioni, la destinazione finale era Città del Messico.

Identikit fatto dal FBI. Wikipedia

Il secondo volo partì verso le 20. A un certo momento però i piloti notarono un repentino cambio di pressione. Era l’indizio che qualcuno si fosse buttato dallo sportello e questo non poteva non essere Cooper. Una  volta atterrato definitivamente, gli agenti di polizia trovarono solo una cravatta, gli occhiali da sole e due dei quattro paracadute richiesti.

Le indagini cercarono di capire all’incirca il raggio del lancio di Cooper ma senza grandi risultati. Nel corso degli anni sono stati ritrovati vari indizi che potevano essere ricollegati a lui, come un sostanzioso gruppo di banconote rinvenute che sicuramente facevano parte del riscatto, ma non si riuscì mai però a capire che fine avesse fatto D: Cooper. Ci furono, inoltre, molti sospettati, ma nessuno di loro fu mai ufficialmente accusato.

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