Simonetta Cattaneo Vespucci: la donna che ispirò Sandro Botticelli

Tutti noi conosciamo Sandro Botticelli, pittore che ci ha lasciato quadri e dipinti immortali, che, ancora oggi, incantano la vista di chi si sofferma ad ammirarli. Aderente alla corrente culturale e artistica del Rinascimento, visse a cavallo fra il Quattrocento e il Cinquecento.

Venere e Marte. Wikipedia.

Forse, però, non abbiamo mai notato una certa somiglianza fisionomica tra i volti femminili delle sue più rinomate e importanti opere, come nella Primavera, in Venere e Marte e nella Nascita di Venere; infatti, secondo molti storici dell’arte, l’ispirazione di Botticelli derivò da una stessa donna, Simonetta Cattaneo Vespucci.

La giovinezza

Ancora oggi, negli archivi storici conserviamo numerose testimonianze che raccontano la sua bellezza, a detta di molti, ineguagliabile. Tra le dame più conosciute della corte fiorentina, era nata nel 1445 da una ricca famiglia di commercianti. Il luogo di nascita, ad oggi rimane incerto: alcuni credono che sia nata a Genova, altri a Porto Venere. Nonostante l’incertezza della città, sappiamo, invece, che fu inviata dalla famiglia alla corte di Piombino per ricevere un’educazione degna di una nobile. In seguito, il padre la cedette in sposa a Marco Vespucci, il quale apparteneva alla patrizia famiglia fiorentina, appunto, dei Vespucci, tra l’altro Marco era anche un lontano cugino di Amerigo Vespucci.

Dopo il matrimonio, la giovane coppia si stabilì a Firenze, città nella quale Simonetta visse fino alla morte. Fin dai primi anni, in molti iniziarono a vociferare sulla sua bellezza, tanto che queste voci raggiunsero, addirittura, Lorenzo Dei Medici. Inoltre, era talmente considerata affascinante, che accompagnò Giuliano de’ Medici, fratello del noto Lorenzo poi ucciso nella nota Congiura dei Pazzi, nella giostra del 1475.

L’ispirazione artistica e poetica

Fin dal principio, dunque, i suoi ammiratori erano molti e pian piano si aggiunsero i pittori e poeti. Nelle sue  Stanze per la giostra, Angelo Poliziano scrisse in quattro sonetti tutto il suo amore per Simonetta, per di più anche Giuliano de’ Medici le dedicò molti componimenti, piangendo la sua morte precoce, avvenuta nel 1476 a circa trent’anni.

Primavera di S. Botticelli. Wikipedia.

Tra tutti gli intellettuali che ispirò, tra i più famosi ci fu Sandro Botticelli. Abbiamo la prova che i due si conoscessero; infatti, a metà nel Quattrocento, il padre del noto artista, Mariano Filipei, acquistò a Firenze un’abitazione nei pressi di casa Vespucci, in Via Nove. È, dunque, plausibile pensare che l’artista ebbe modo di ammirare Simonetta. Inoltre, i Vespucci commissionarono vari lavori, tra cui il dipinto Sant’Agostino nello studio, nella Chiesa di Ognissanti. Insomma, tra le due famiglie intercorrevano buoni rapporti, quasi di amicizia. È quindi possibile affermare che realmente il pittore rinascimentale si sia ispirato a Simonetta Vespucci Cattaneo. Nonostante fosse così famosa, di lei purtroppo le notizie sono molto scarne; possiamo però dedurre qualche dettaglio dai componimenti che gli sono stati dedicati. Rimane ignota anche la causa della morte, forse fu polmonite che la portò via così presto.

Dopo la sua scomparsa, su di lei calò un profondo silenzio, rotto solo nell’Ottocento. Fu poi Gabriele D’Annunzio, che rimasto affascinato dalla sua bellezza, la citò in varie opere, tra cui Il Piacere.

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