Kibera: la più grande baraccopoli al mondo

Ci sono luoghi al mondo che mostrano tutta la loro drammaticità, luoghi nei quali è difficile sopravvivere, avere un po’ d’acqua o mantenere le consuete normi igieniche. In questi luoghi vivono persone sole, affamate, povere e dimenticate. Queste sono le baraccopoli.

In genere con il termine baraccopoli si intende un agglomerato di abitazioni, per lo più capanne, nel quale vivono un gran numero di persone in condizione di estrema povertà. La più grande al mondo è quella di Nairobi ( Kenya), chiamata la Kibera.

Le origini della Kibera

La Kibera è composta da dodici villaggi. Originariamente la Kibera era un’area boschiva, tanto che il suo nome deriva dalla parola nigeriana “bosco”. I primi agglomerati di capanne sono sorti a partire dal 1912, quando l’esercito inglese stanziò in queste zone un insediamento di circa seicento  soldati nubiani.

Qualche anno dopo, poi, l’esercito inglese concesse l’amministrazione al governo locale, il quale provvide subito a revocare il permesso abitativo a chi non riuscisse a dimostrare che era di origine nubiana, ottenendo il titolo di Tenent of The Crown, ossia l’inquilino della Corona. Questo dava il permesso di abitare nella zona che, però, poteva essere comunque revocato. Non raggiunsero però l’obiettivo di arrestare la sua crescita. Già nel 1948, la popolazione raggiunse un numero talmente elevato che le condizioni igieniche ne risentirono. Il Governo così promulgò le prime richieste di smantellamento della Kibera, ma non fu mai portato a termine.

L’esplosione demografica

Infine, negli anni Settanta, ci fu un’esplosione demografica, tanto che la popolazione crebbe in modo vertiginoso fino a raggiunge negli anni Ottanta il numero di 82.000 persone. Secondo recenti studi, oggi la Kibera ha un tasso di crescita del 17% ogni anno. La popolazione, che, però, non è mai stata censita formalmente, è stimata tra le 800.000 e 1 milione.

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