Ayahuasca: la droga dei morti

Già dall’antichità erano usate misture di erbe che potevano dare effetti psicodelici che secondo i santoni aiutavano ad avvicinare alla divinità. Questa pratica non si è persa e così ne esistono sempre molte, create con tecniche ed erbe differenti. Una delle più famose è quella dell’Ayahuasca, detta la liana degli spiriti o quella dei morti. Si tratta di un decotto psicodelico a base di diverse piante dell’Amazzonia. Esso, se preso in dosi abbondanti, può dare visioni. Invece, se assunto in dosi minori, ha un effetto purgante.

Il decotto Ayahuasca

Già dall’antichità erano usate misture di erbe che potevano dare effetti psicodelici che secondo i santoni aiutavano ad avvicinare alla divinità. Questa pratica non si è persa e così ne esistono sempre molte, create con tecniche ed erbe differenti. Una delle più famose è quella dell’Ayahuasca, detta la liana degli spiriti o quella dei morti. Si tratta di un decotto psicodelico a base di diverse piante dell’Amazzonia. Esso, se preso in dosi abbondanti, può dare visioni. Invece, se assunto in dosi minori, ha un effetto purgante.

Decotto di Ayahuasca. Foto di Bia Labate Wikipedia.

Questo decotto fa parte dei riti religiosi sciamanici che si trovano in Amazzonia, in particolare in alcune zone del Perù, della Colombia, dell’Equador, del Brasile, della Bolivia e del Brasile. Per avere effetto è necessario far bollire almeno due piante insieme. Nella maggior parte dei casi, sono usate la liana Bonisteriopsis caapi e le foglie dell’arbusto Pscychotria viridis; entrambe crescono nella foresta amazzonica.

L’origine del nome

Il termine  Ayahuasca può avere una valenza duplice: indica, infatti, sia la preparazione per lo sciamano che la pianta Bonisteriospis caapi. La liana, infatti, è l’elemento maestro di molti mix usati dagli sciamani, infatti essa, secondo alcune religione, può manifestare gli insegnamenti e le stesse divinità, sebbene essa necessiti dell’ “aiuto” di un’altra pianta per poterlo fare. Quest’ebollizione di piante è molto nota tra i santoni amazzonici, tanto che la sua fama ha travalicato oltre le zone in cui vivono. È, infatti, stata citata in molte opere della letteratura, come ad esempio nel libro Lettere delle Yage di A: GInsburg e W. Burrouhg.

Le liane Bonisteriopsis caapi. Foto di CostaPPPR. Wikipedia

Negli ultimi anni, però, anche lo stesso modo accademico si è interessato molto a questo preparato poiché sembra avere numerose proprietà benefiche, primo fra tutti quella purgante; sembra, infatti, che se preso in dosi ridotte riesca a purificare l’intestino. L’interesse del mondo scientifico è stato talmente vasto che nel 2014 è stato organizzato un convegno per discutere delle sue proprietà; dunque, Ayahuasca non ha solo il ptere di farti avere visioni, ma anche quello di alleviare alcuni malesseri.

Nonostante sia molto comune nei riti religiosi amazzonici, esso non è sempre preparato nello stesso modo; infatti, esistono diversi modi che cambiano di regione in regione. Sicuramente, l’ingrediente comune è il Bonisteriopsis caapi. Questa liana viene battuta fino a sfibrarla completamente e poi messa a bollire insieme alla seconda pianta che invece, può, variare in base ai riti svolti.

Questo decotto fa parte dei riti religiosi sciamanici che si trovano in Amazzonia, in particolare in alcune zone del Perù, della Colombia, dell’Equador, del Brasile, della Bolivia e del Brasile. Per avere effetto è necessario far bollire almeno due piante insieme. Nella maggior parte dei casi, sono usate la liana Bonisteriopsis caapi e le foglie dell’arbusto Pscychotria viridis; entrambe crescono nella foresta amazzonica.

 

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