Il becco a scarpa, un curioso volatile

Esistono in natura alcuni animali che sono molto divertenti, che in modo o nell’altro  riescono a farci scappare qualche risate o sorriso. Questo può accadere per un elemento anatomico o per un verso o per un loro comportamento. Sicuramente, tra gli animali più curiosi c’è il Balaeniceps Rex.

Descrizione anatomica

Il Balaeniceps Rex è un volatile pelecaniforme, appartenente alla famiglia dei Balaenicipitidae. Esso presenta una curiosa forma del becco che, infatti, sembra quella di una scarpa.  Per questa sua curiosa caratteristica fu inizialmente inserito nei Ciconiformes, la specie della cicogna. Il nome deriva dalla combinazione dei due nomi latini, Balaena e caput, che indica la sua enorme testa.

Balaeniceps rex.
Foto di Bob Owen. Wikipedia.

Il becco, dunque, ha una notevole grandezza, il collo, invece, risulta di lunghezza ridotta. Come altezza, può arrivare anche a 1.40 m. Il peso, invece, si differenzia in base al genere: le femmine, frequentemente, sono di peso inferiore rispetto al maschio che può raggiungere anche i sette chilogrammi. Come già scritto, questa specie è riconoscibile dal becco di colore giallo chiaro con alcune chiazze grigio chiaro. Il becco, solitamente, ha una lunghezza di circa 18-24 cm, questa misura lo rende il becco più lungo tra le specie dei volatili.  In fonda al becco, è presente un unico che serve a catturare le prede ed è molto simile a quello dei pellicani. Il piumaggio, invece, cambia in base all’età del Balaeniceps: se questi sono adulti è blu con sfumature grigie, sia per le femmine che per i maschi.

Non è tra i migliori in volo, infatti, la sua apertura alare, oltre che essere piatta, arriva a battere centocinquanta colpi il minuto e questo lo rende fra gli uccelli più lenti, insieme a quello degli uccelli più grandi, come le cicogne.

In volo. Foto di Tom Tarrant. Wikipedia.

Si può trovare nelle paludi d’acqua dolce africane, come quelle del Sudan meridionale, del Congo o della Tanzania.

La scoperta

Si tratta comunque di una delle specie più antiche; infatti, era già noto agli antichi egizi e agli arabi. Fu classificato, però, solo nell’Ottocento quando furono portati alcuni esemplari in Europa, facendo così conoscere la specie.  Il primo a descriverlo fu l’ornitologo J. Gould nel 1850.

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