La giovinezza e la paura di invecchiare sono temi molto comuni nella nostra società, tanto da diventare delle vere e profonde ossessioni mentali. Il mito dell’eterna giovinezza, d’altra parte, è stato affrontato da diversi punti di vista nella letteratura, nel cinema e nell’arte; ognuno di questi intellettuali ha proposto la sua personale opinione a riguardo. Il tema, ovviamente, non è mancato nemmeno nell’ambito medico, nel quale, nel corso della storia, sono stati molteplici i tentativi di creare un “elisir” di giovinezza, capace, dunque, di rallentare il processo d’invecchiamento.
Tra i più curiosi comunque c’è, sicuramente, la storia del dottor Serge Voronoff, il quale cercò l’eterna giovinezza nei testicoli di scimmia. Nato nel 1866 in Russia, fu chirurgo e sessuologo che negli anni dei due conflitti bellici saltò alla ribalta della letteratura scientifica per i suoi esperimenti.
Dopo gli studi presso un istituto umanistico nella Russia zarista, si trasferisce nel 1885 a Parigi, dove s’iscrive alla facoltà di medicina. Durante il periodo universitario, ha modo di assistere alle lezioni di Charcot (1825-1893), fra i più noti neurologi francesi. Diventato presto assistente chirurgo, nel 1895 il governo gli concede un’autorizzazione che lo rende a tutti gli effetti cittadino francese.
Le prime esperienze
La svolta carrieristica avviene quando è scelto, da uno dei suoi professori, per modernizzare la chirurgia egiziana. Parte, così, nel 1896, alla volta del Cario, dove rimarrà per più di dieci anni. Tra i suoi interventi più significativi ricordiamo l’organizzazione del primo congresso medico in Egitto nel 1902 e la fondazione della rivista La presse medicale d’Egypte.
Nel 1910 torna a Marsilia; sono anni di grande fermento scientifico che coinvolgano anche Voronoff, il quale si dedicherà agli esperimenti sugli animali. Secondo varie fonti d’epoca, la vita, però, a Marsiglia non lo soddisfaceva in pieno, in quanto, nonostante ci fosse un accesso clima medico, non sentiva di avere grandi opportunità. Decise, così, di viaggiare fino a New York nella clinica del Vincitore del premio Nobel del 1912, Alexis Carrel, il quale stava facendo notevoli passi avanti nei trapianti e negli innesti cutanei. Gli anni americani furono di grande ispirazione per il medico russo naturalizzato francese, che gli permisero di approfondire e consolidare le sue conoscenze, tanto da aprire una clinica tutta sua a Cagnes sur Mar, piccolo paese francese sulla Costa Azzurra. Qui, eseguì un trapianto di ovaie su un ovino e iniziò a elaborare le sue teorie endocrine, sul funzionamento dell’apparato riproduttivo femminile.
Il caso Jean G.
Nel 1913 si presentò alla sua porta, Jean G., il quale era affetto da cretinismo: una patologia che comporta sia un deficit mentale che fisico ed è causata da un malfunzionamento della tiroide. Voronoff, consultandosi con i genitori e un’equipe di venti medici, esegue un innesto della ghiandola tiroide da uno scimpanzé.
Nonostante che, in molti, all’epoca esultarono al successo dell’intervento, non ci sono prove mediche della riuscita dell’operazione, bensì oggi si crede che fossero solo dei superficiali placebo che non curavano e non davano alcun beneficio ai pazienti.
Dagli anni Venti si trasferisce a Ventimiglia (Liguria) dove visse per alcuni anni, sempre studiando e avanzando nuove teorie. Morì a Losanna nel 1951 all’età di cinquantacinque anni. Oggi è sepolto nel cimitero di Nizza.