Pancarrè, il pane del boia

Tutti conosciamo il pane a lunga conservazione chiamato comunemente pancarrè. Ma quasi nessuno ne conosce la storia, pensando forse che sia nato come pane industriale.

Ma non è così. Questo pane nasconde una storia davvero molto interessante e curiosa. Partiamo dall’etimologia: pancarrè è una parola francese che significa letteralmente “pane quadrato”.

Nonostante l’etimo francese, nasce in Piemonte, a Torino nel XIX secolo. Tra le altre cose l’uso dell’etimo è totalmente sconosciuto in Francia. Probabilmente la parola è nata durante l’occupazione napoleonica.

Storia

Le origini del pane sono dovute a una concatenazione di eventi storici realmente accaduti, misti a un pizzico di leggenda popolare.

A Torino, l’ultimo boia fu Piero Pantoni, vissuto nella prima metà dell’Ottocento. Uno dei pochi che riuscì anche a sposarsi, considerato che i boia non erano ben voluti dalla popolazione.

Se nell’antichità i boia dovevano vivere al di fuori della città, quelli torinesi abitavano tutti in una casa in via Franco Bonelli. Essi erano oggetti di dispetti e scortesie da parte della popolazione.

Tra queste, c’era l’usanza dei panettieri di porgere il pane rovesciato quando il boia andava a comprarlo. Questa usanza poi fece nascere la tradizione di non servire mai il pane capovolto a tavola poiché porta sfortuna.

I boia protestarono per questa scortesia presso l’amministrazione, al punto che questa fu costretta ad emanare un decreto di legge che vietasse ai panettieri tale pratica.

Per aggirare la legge, i panettieri allora crearono un nuovo pane utilizzando gli scarti, che aveva la forma di un mattone, da dare appositamente al boia. In questo modo il pane sarebbe stato dato capovolto da qualsiasi lato fosse stato offerto.

Verità o leggenda, sembra che così sia nato il famoso pancarrè.

 

 

 

 

 

 

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