Questa storia non è una fiaba, ma un fatto realmente avvenuto negli anni ’60 del secolo scorso. Una storia d’amore e disperazione, che vide come protagonisti un delfino ed una donna.
L’incredibile racconto lo fece alla BBC, Margarett Howe Lovatt, al documentario The Girl Who Talked to Dolphins. Durante la trasmissione la donna rivelò di aver fatto l’amore con un delfino di nome Peter, nei tre mesi in cui condusse un esperimento.

Margaret era assistente del Dr. Lilly nel 1965, in un progetto finanziato dalla NASA, per insegnare a tre delfini a parlare inglese. Il compito della giovane donna, era quello di vivere in una casa allagata con i tre delfini, alle Isole Vergini americane per un periodo di 12 settimane.
Secondo il medico psiconalista John C. Lilly, la 23enne avrebbe così potuto insegnare a parlare agli animali, che godono di una eccezionale intelligenza, che li porta ad imitare i suoni umani.

Margaret viveva costantemente con Peter e le due femmine Pam e Sissy, trascorrendo giorno e notte assieme a loro, registrandone i progressi. L’incredibile esperimento era stato dettato da alcuni successi conseguiti dal Dr. Lilly nel 1961. Uno di questi riguardava la somministrazione della droga LSD ai delfini all interno della vasca di deprivazione sensoriale, per lo studio delle alterazioni di coscienza sui mammiferi.
All’epoca i movimenti ambientalisti erano meno ascoltati di oggi, e quindi era abbastanza normale che si compissero simili esperimenti sugli animali. L’esperimento della LSD venne condotto anche su Pam, che era la protagonista del film Flipper. Lilly raccontò che essendo stata ammazzata per esigenze di scena ben tre volte, nel film, Pam fosse rimasta molto turbata. Ma le droghe avevano aiutato il delfino a riprendersi dal trauma.
Tornando a Peter e Margaret, la donna si accorse fin da subito del feeling che intercorreva tra lei e l’animale. Scrisse sul suo diario che Peter si strusciava spesso su di lei. L’esperimento non aveva prodotto risultati scientifici replicabili, ma ma dalle registrazioni si ha la sensazione che Peter abbia davvero pronunciato semplici parole quali:‘one’, ‘we’, ‘triangle’ e ‘hello’e quando Margaret lo sollecitava con ‘work, work, work’ lui sembrava rispondere: ‘play, play, play’.
Quello che invece lasciò basiti gli studiosi, era il rapporto amoroso e assillante di Peter verso Margaret. Il delfino cominciò a corteggiarla senza sosta, e se all’inizio la ragazza provò a respingere gli assalti, avrebbe ammesso alla fine di essersi concessa a rapporti amorosi.
Nella settimana che va dal 3 al 10 luglio 1965 Margaret nel suo diario scrisse:
Peter si è eccitato sessualmente più volte durante la settimana, e ho pensieri e domande che annoto in un documento separato.
Trascorrono i giorni e Peter diventa sempre più inquieto e eccitato e mi cerca in ogni momento, tanto che inizio ad avere difficoltà nel gestirlo e controllarlo e nel riportarlo alla giusta attenzione per procedere nel suo programma d’istruzione.

Margaret decise di mandarlo al piano di sotto della villa assieme alle due femmine, Sissy e Pam. Una soluzione per vedere se Peter sopisse i suoi bollenti spiriti. Margaret però inizia a riflettere sulla questione:
Una riflessione che ho fatto nel merito è se sia meglio oppure no trovare un qualche modo per soddisfare i bisogni sessuali del delfino, senza ricorrere a un altro delfino. Ciò potrebbe rafforzare il legame tra il delfino e l’essere umano e forse potrebbero nascere periodi sessuali frequenti tra i due. Se Peter sa che posso soddisfare i suoi bisogni può sentirsi libero di trasformare qualsiasi periodo di gioco in una lezione oin un periodo di sesso. . . ma se sa che non avrò alcuna parte nei suoi bisogni sessuali e che una volta al mese sarà messo con Pam o Sissy, può ridurre i propri periodi di eccitazione con me. Ciò, naturalmente sarebbe preferibile. Cercherò di vedere. Questo è un problema che deve essere risolto…
E’ accaduto che Peter abbia modificato l’attività sessuale portandola a un livello più umanizzato. L’eccitazione sessuale di Peter di solito inizia con insistenza e io lo accarezzo. Ora, però, quando il suo pene diventa eretto, non cerca più di scendere fino ai miei piedi ma scivola lungo le mie gambe tanto che posso facilmente strofinare il suo pene sia con la mano o sia con il mio piede. Peter accetta e sembra raggiungere una sorta di orgasmo e si rilassa. Noi di solito lo facciamo per tre volte prima che lui finisca e che ricominci di nuovo. Questa non è una cosa privata. Peter e io lo abbiamo fatto in presenza di altre. . . ma è un evento preziosissimo, Peter è completamente coinvolto, e mi coinvolge per il tanto amore che mette nel tono, tocco e umore. Se non dobbiamo rispettare la sua privacy. . . possiamo rispettare la sua felicità!
Secondo Margaret il rapporto si stava intensificando di giorno in giorno, ed anche da parte sua stava nascendo un sentimento verso Peter. Forse fu proprio questa la causa, ma la NASA tagliò bruscamente i fondi interrompendo l’esperimento. Peter e le due femmine furono trasferite in un centro studi di Miami, dove accadde la tragedia.
Peter privato della sua Margaret si suicidò. Ovvero si immerse e non tornò a galla per respirare. Così come un essere umano, distrutto dal dolore, scelse di porre fine alla propria vita. Quante cose si sarebbero potute imparare se Peter fosse rimasto vivo!
Chissà se un giorno, se il labile confine tra la bestialità e l’umanità non verrà varcato. Chissà che un giorno, uomini ed animali non possano convivere e comunicare un linguaggio unico, fatto d’amore e rispetto reciproco.
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