La storia di Franceschino da Ghisoni nel Convento di San Francesco a Bellegra
Bellegra, provincia di Roma, è un caratteristico paese nella campagna laziale; i suoi paesaggi, monumenti e architetture religiose suscitano, ai numerosi turisti che passano di lì, molte emozioni e sensazioni e, non solo per la bellezza del paesaggio, ma per la sua Storia civile e religiosa.
Tra gli edifici religiosi, sicuramente, più noti c’è, come sappiamo, il Convento di San Francesco che rappresenta, ancora oggi, un riferimento cristiano e culturale. Molte sono, infatti, le personalità che hanno vissuto o transitato nel convento. Lo scorso mese vi avevo raccontato, con piacere, la storia di Padre Samuele da Farnsese. Oggi, invece, vi voglio narrare quella di un suo confratello, Franceschino da Ghisoni, altrettanto interessante.
Infanzia
Franceschino da Ghisoni nasce il 17 dicembre del 1777 in un piccolo, anzi piccolissimo, paese della Corsica, appunto quello di Ghisoni (in corso Ghisonu), nella diocesi di Ajaccio, che si trova nel dipartimento dell’alta Corsica da Martino Mucchielli e Anna Gregori. Fu battezzato con il nome di OrsoFrancesco ( o in altri documenti Orso Francesco).

La famiglia versa in condizioni precarie; infatti, come riportano le cronache biografiche su Franceschino, il padre era un pastore, invece la madre si occupava della casa e dei figli. Quando, però, ha pochi anni di vita, perde il padre e in seguito, all’età di undici, anche la madre, morta probabilmente di tubercolosi, nonostante non ci sia la certezza.
Dopo la morte di entrambi i genitori, è accolto nel convento di Ghisoni. Qui, inizia il suo percorso religioso, infatti, i Padri provvederanno alla sua educazione, insegnandoli, non solo a leggere e scrivere, ma anche la Teologia e le Sacre Scritture. All’età della maturità, ormai, dedito allo studio della religione cattolica, deciderà di trasferirsi a Roma presso uno zio. Nella città laziale avrà l’opportunità di prendere i voti e conseguire la laurea in Teologia. Una volta sacerdote, adotterà come nome Francesco/Franceschino, essendo il secondo datogli dai suoi genitori.
A Bellegra
Rimasto per qualche a Roma, iniziò a interessarsi della dottrina francescana, finché non decise di entrare a far parte di questo ordine il 24 ottobre del 1800. Si trasferì così presso il Convento di San Francesco a Bellegra, dove si dedicò allo studio delle Scritture. Divenne un sommo teologo e inoltre scrisse anche alcune opere letterarie, di cui però non ne abbiamo testimonianza diretta.

Morì all’età di cinquantaquattro anni presso il Convento di San Francesco a Bellegra il 25 dicembre del 1832. Alcuni anni dopo, nel 1848, fu dichiarato Venerabile dalla Chiesa Cattolica; da molti, ancora oggi, è considerato un esempio di perfezione cristiana e religiosa. Il titolo di Venerabile è concesso post mortem a persone che si siano distinte per “santità in vita” o “eroica delle virtù” ed è assegnato dal Pontefice.