Pigmalione e Galatea, una storia d’amore millenaria

Al giorno d’oggi sono moltissime le persone che soffrono la solitudine. Nel mondo moderno i canoni estetici sono determinanti nella scelta di un compagno/a, laddove successo o ricchezza non siano presenti.

Dall’Antica Grecia, arriva invece il mito di Pigmalione e Galatea.

Secondo lo scrittore Arnobio, Pigmalione era Re di Cipro. Mentre Clemente Alessandrino lo descrive come un semplice cittadino. Una versione dice che si fosse innamorato di una statua di Afrodite presente da tempo a Creta, l’altra che egli stesso l’avrebbe scolpita innamorandosene.

Comunque sia, è Ovidio a tramandare la versione più antica della storia, quella che vuole lo scultore innamorarsi della sua creazione. La statua sarebbe stata modellata nell’avorio, la sua bellezza rappresentava la più alta espressione della femminilità e della sensualità. Pigmalione se ne sarebbe innamorato al punto, da dormire accanto ad essa, sperando che un giorno potesse animarsi e ricambiare il suo amore.

Pigmalione non dovette attendere a lungo per vedere realizzato il proprio sogno. Durante le festività dedicate ad  Afrodite, l’uomo supplicò la Dea dell’Amore e della Bellezza di dare vita alla sua amata scultura. La dea mossa a pietà avrebbe acconsentito.

Dall’unione dei due sarebbe poi nata Pafo, che avrebbe dato il nome alla città omonima di Cipro, nota per avere un tempio dedicato proprio ad Afrodite. La statua non aveva un nome ufficialmente riconosciuto. Galatea è il nome che si iniziò ad usare a partire dal XVIII secolo.

Vera o no, la leggenda di Pigmalione e Galatea, è un esempio di come l’amore possa valicare qualsiasi confine. Di come l’amore non abbia genere o identità, di come sia inaspettato e fulminante.

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