L’uomo che sopravvisse a ben due esplosioni nucleari

Il Secondo Conflitto Bellico fu drammatico e tragico, tanto che ci costringe a riflettere sul dolore che molte vittime provarono, alle atrocità che furono commesse, ma ci furono uomini che riuscirono a rimase in vita, come nel caso di Tsutonu Yahamaguchi, un ingegnere giapponese che sopravvisse a entrambi le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.

I due attacchi nucleari di Hiroshima e Nagasaki, avvenuti rispettivamente il 6 e il 9 agosto del 1945, segnarono l’epilogo del conflitto bellico del Giappone; secondo alcune stime, provocarono dalle 150.000 alle 220.000 vittime. Chi sopravvisse, ebbe gravissimi problemi di saluti che li compromisero il resto della vita, come nel caso di Tsutonu.

Hiroshima e Nagasaki

Tsutonu si trovava infatti a Hiroshima il 6 agosto del 1945 per conto dell’azienda per cui lavorava, la Mitsubishi Heavy Industries, quando circa alle 08.00, mentre l’ingegnere stava scendendo dal tram, sganciarono la prima bomba, chiamata poi Little boy. L’esplosione gli provocò notevoli lesioni, li ruppe i timpani, lo accecò momentaneamente e li lasciò gravissime bruciature sulla parte superiore del corpo. Inizialmente avvolto da delle bende, lo trasportarono nel più vicino rifugio antiatomico, dove restò per tutta la notte successiva e il giorno successivo. L’8 agosto riuscì a rientrare nella sua città natale, Nagasaki, nel quale lo accolse la famiglia.

I colleghi, avendo saputo della notizia, accorsero a sincerarsi delle sue condizioni quando fu sganciata la seconda bomba, la Fat Man. Anche questa volta riuscì a sopravvivere, ma, oltre al trauma psicologico, la seconda esplosione, pur aggravando immancabilmente le sue condizioni, non lo condusse alla morte.

Foto delle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki

All’età di ottanta anni, scrisse un autobiografia nella quale racconta la sua vita. Nel 2006 lo invitarono a partecipare al documentario Nijuuhibaku (Bombardato due volte) sull’uso delle armi atomiche e sulle vittime di quelle di Hiroshima e Nagasaki. Nel corso della sua esistenza, fu un attivista anti nucleare, dedicandosi a conferenze, convegni e manifestazioni, anche all’Assemblea delle Nazioni Unite, contro l’uso di queste armi. Alla sua vita s’interesso anche il regista Peter Cameron che lo incontrò a Nagasaki nel 2009 per discutere sulla possibilità di girare un film.

Morirà il 4 gennaio del 2010 all’età di novantatré anni a causa di un cancro; la sua storia rimarrà a lungo, se non per sempre, emblematica sulle atrocità che è capace di compire l’uomo.

 

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