La figlia dimenticata di Alessandro Manzoni: Matilde morta giovanissima a Siena

Alessandro Manzoni (1785 – 1873) è tra le personalità letterarie più note di tutta la letteratura italiana. Chi di noi non ha letto o studiato i Promessi Sposi? O ha studiato, magari, a memoria il Cinque Maggio? Alcune espressioni, frasi o versi sono nella nostra tradizione. Non fu solo poeta o scrittore, ma anche linguista, critico e drammaturgo. La sua opera più ricordata è sicuramente I Promessi Sposi, un caposaldo del letteratura, non solo italiano, ma mondiale. Sappiamo, però, molto poco sul Manzoni uomo, sul padre, sul marito e sui suoi figli. Molti, però, hanno mosso critiche nei confronti dell’uomo-Manzoni che fu non considerato un buon padre e, forse, la storia dell’ultimogenita lo dimostrerebbe.

Ritratto di Alessandro Manzoni. Wikipedia.

L’ultima figlia, Matilde Manzoni, nasce nel luglio del 1830 dall’unione dello scrittore con Enrichetta Blondel ( 1791-1833); rimane però orfana di madre alla sola età di tre anni, quando la madre la lascerà il giorno di Natale del 1833. Enrichetta morirà cieca, sfiancata dalle molte gravidanze; infatti, Matilde era la loro nona figlia.

Dopo la perdita di Enrichetta, Matilde fu educata dalla nonna materna e dalla sorella maggiore Giulia; nel 1838, all’età di cinque anni, Alessandro decise di mandarla a studiare in collegio nel Monastero della Visitazione (Milano).

Due anni dopo la morte della madre, dunque all’età di cinque, fu mandata dal padre a studiare in collegio nel Monastero della Visitazione, dove ritrova la sorella Vittoria (1822-1892). Anche Vittoria, infatti, studiava in collegio, dopo, però, la morte della madre aveva lasciato quello di Lodi per recarsi in quello milanese. Vittoria, dopo la fine degli studi, si sposerà con Giovanni Battista Giorgini, giurista, politico e accademico e si trasferirà in Toscana.

Ritratto di A. Manzoni con i figli e la moglie. Wikipedia

Alla fine degli studi, anche Matilde raggiungerà i neosposi. Matilde aveva trovato in Vittoria più che una sorella, una madre; l’era stata accanto duranti gli anni di studio, diventando una consigliera e una supporto fondamentale per la fragile Matilde. In Toscana, i tre si sposteranno a causa del lavoro di Giovanni, che era un accademico, tra Pisa, Lucca e parte della Versilia. Intorno agli anni ’40 dell’Ottocento, Giorgini ottenne la cattedra all’Università di Siena e così i tre si trasferirono qui.

Alessandro Manzoni, come riportano le lettere, venne sporadicamente a trovare le figlie in Toscana, nonostante la salute di Matilde richiedesse le cure paterne; infatti, Matilde era affetta da tubercolosi, da cui non riuscì più a riprendersi, morirà infatti a Siena nel marzo del 1856.

Dall’animo malinconico e introverso, Matilde vide poco il suo noto padre. Lasciò però ai posteri un interessante diario, scritto a metà tra francese e italiano, nel quale racconta le sue incertezze e fragilità, ma dimostra anche un certo occhio critico. Matilde, infatti, era un’attenta lettrice dei suoi contemporanei, come le opere di Silvio Pellico o quelle di Leopardi. Nelle pagine leggiamo, però, anche lo sconforto per la freddezza, e soprattutto, disinteresse del padre nei suoi confronti: parole tristi e desolate che, però, ci raccontano un volto meno conosciuto di Alessandro Manzoni.

Foto di Alessandro Manzoni all’età di ottantacinque anni. Wikipedia.

DI Matilde rimane questo diario e le parole che il padre scrisse per lei sulla lapide, ancora oggi conservata nella Basilica di Santa Clemente in Santa Maria dei Servi a Siena:

 Matilde figlia di Alessandro Manzoni. Qui riposa spenta da lento morbo il XXX marzo MDCCCLVI. Nell’ultimo anno del quinto lustro lasciava desiderio di sé per una vita bella di tutte virtù che sublimano il sesso. Il padre i fratelli e la sorella Vittoria moglie a Gio Battista Giorgini la raccomandano alle preghiere dei pietosi senesi.

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