Il crudele esperimento sui bambini di Federico II

Da secoli, ormai, i linguisti si arrovellano intorno all’insidiosa questione di quale sia la lingua più antica e quale idioma sia stato il primo a essere parlato. Questa questione. non riguarda solo i tempi recenti, bensì ha sollevato la curiosità anche in tempi antichi, tanto che anche alcuni personaggi storici cercano in qualche modo di chiarirsi le idee. Alcuni di essi però si spinsero troppo oltre, non facendosi tanti scrupoli.

Altra immagine di Federico II di Svevia. Wikipedia

È il caso dell’esperimento di Federico II.

Accenni biografici

Federico II di Svevia (1194 – 1250) era figlio di Enrico VI e di Costanza D’Altavilla, nonché nipote del noto, anzi notissimo, Federico Barbarossa. Alla morte del padre, Federico, nonostante la giovane età ( aveva, infatti, solo quattro anni) eredita la Corona imperiale e il Regno Normanno che comprendeva la Sicilia e parte dell’Italia meridionale. A causa dell’età, la madre e la corte lo affidarono alle cure di Papa Innocenzo III, fin quando non avesse raggiunto l’età per governare. Questo accadde nel 1220, quando Federico aveva ventisei anni. In quell’anno fu incoronato da Papa Onorio III.

Iacopo da Lentini, considerato il fondatore della Scuola Siciliana. Wikipedia.

In Sicilia, come ben sappiamo, supportò profondamente la cultura e la letteratura, tanto da riunire, presso la sua corte, numerosi poeti e intellettuali. Questi, infatti, dettero avvio alla cosiddetta Scuola siciliana, definita così da Dante nel De Vulgari Eloquentia. Un movimento letterario che ebbe la sua massima espressione negli anni tra il 1230 e il 1250. Furono i primi a produrre poesia in volgare e non in latino. Il fondatore, riconosciuto sempre dal Sommo Poeta, fu Giacomo da Lentini (Iacopo / Jacopo), a cui è attribuita, tra l’altro l’invenzione del sonetto.

L’orribile esperimento

Insomma, la passione per la letteratura di Federico II è nota e comprovata. Non tutti, forse, sanno che tentò un esperimento alquanto crudele, riportato dalle parole di un suo contemporaneo Fra’ Salimbene de Adam da Parma ( 1221 – 1288) che lo racconta nelle sua Cronaca Medievale.

Deciso a capire quale lingua fosse stata la prima in assoluto a essere parlata, decise di allevare un gruppo di neonati, senza che questi, però, avessero modo di udire parola o suoni altrui. Questi neonati, dunque, sarebbero stati come in una sorta d’isolamento forzato. Nessuno, infatti, li prendeva in braccio. Le toccavano solo per l’indispensabile, cioè nutrirli e cambiarli. Secondo le parole del religioso, i bambini non pronunciarono nessun vocabolo o suono né in greco, aramaico né in qualunque altra lingua antica. Al contrario, come immaginabile, l’assenza del contatto fisico e verbale li fu fatale.

A onore del vero, lo riporta solo Fra’ Salimbene, dunque non sappiamo con sicurezza se questo esperimento fosse stato realmente provato da Federico II. È plausibile pensare, che egli, essendo guelfo quindi avversario ideologico di Federico II, lo avesse inserito per screditare l’imperatore. Perlomeno, se questo fu davvero realizzato, il frate lo accentuasse nei termini e nei modi, sempre con lo scopo di infangare Federico II.

Questo terribile aneddoto, indipendentemente dalla sua veridicità o meno, dimostra come il linguaggio dei neonati e poi la formazione delle parole vada per imitazione dei suoni che ascoltano intorno a loro.