La Chiesa di Santa Margherita Vergine e Martire a Olevano Romano: tra ristrutturazioni, arte e storia italiana

Nel centro storico di Olevano Romano (Roma) si trova la nota Chiesa di Santa Margherita Vergine e Martire che fa parte della vicaria di San Vito Romano.

La Chiesa di Santa Margherita. Foto di Pietro Scerreto. Wikipedia

Non sappiamo con certezza la data o il periodo della sua fondazione, si presume, però, che l’originaria costruzione sia stata realizzata intorno al X secolo d. C, nonostante l’aspetto odierno non rispecchi questo periodo storico.

Nei tempi antichi

La prima attestazione della Chiesa è negli Statuti (l’insieme di norme giuridiche che regolavano la giurisdizione, la politica e il commercio) del paese di Olevano. Tali statuti risalgono al 1364, nei quali la Chiesa di Santa Margherita è menzionata come sede parrocchiale del paese.

Nella metà del XV secolo, iniziarono i primi lavori di ristrutturazione grazie al volere di Papa Martino V (Ottone o Oddone Colonna, 1369 – 1431) che ne cambiarono l’aspetto.

Ritratto di Papa Martino V. Wikipedia

Questi, comunque, furono solo i primi rifacimenti; infatti, nel corso dei secoli subì numerose vicende di ristrutturazione che più volte ne cambiarono l’esterno e l’interno, perdendo così la struttura originaria.

Nel Seicento e Settecento

La ristrutturazione sicuramente più importante fu quella che iniziò l’8 settembre del 1596 e che finì qualche anno più tardi nel 1602. L’interno fu realizzato in un’unica navata con sette cappelle laterali, tra cui una dedicata alla Santa Patrona Margherita e un’altra dedicata, invece, a San Francesco. Ancora, tra il 1575 e il 1580, la Diocesi decise di collegare l’oratorio della confraternita del Santissimo Sacramento, originariamente posto dietro la Chiesa, alla struttura centrale attraverso un maestoso arco e riadattarlo alla funzione di presbiterio, ossia quella parte architettonica riservata al clero ufficiante e che include l’Altare maggiore. A questi lavori partecipò anche la famiglia Colonna, da sempre attiva e presente nella zona di Olevano.

Nel corso degli anni divenne un punto di riferimento per il paese di Olevano, tanto che il vescovo Ottone di Waldburg (1514 – 1573) la elevò al rango di collegiata.

I lavori, però, non si esaurirono con questo intervento, poiché nel corso del Settecento fu costruita la cantoria, la parte in cui è sistemato l’organo e fu, nuovamente, ristrutturato l’abside.

Nel corso dell’Ottocento, poi, a causa, probabilmente per la caduta di un lampo, la struttura fu danneggiata gravemente e così l’arciprete d’allora, Don Leopoldo Bonuglia, la riedificò dalle fondamenta. L’Arcidiocesi si affidò all’architetto C. Sneider che fornì così un nuovo progetto. I lavori iniziarono alla fine dell’Ottocento e terminarono agli inizi del Novecento.

Attualmente

A oggi la facciata esterna si presenta divisa orizzontalmente da una cornice marcapiano; si tratta di un elemento architettonico tipico, però, delle residenze e ville e non ha nessuna funzione pratica, bensì è puramente decorativo. Nella parte inferiore, al di sotto della cornice, ci sono i tre ingressi ( quello principale al centro e ai lati quelli secondari). La parte superiore ha tre nicchie, sormontate dal timpano a forma triangolare.  Entrando, notiamo subito che ha due navate, ritmate da archi a tutto sesto. Il pavimento è di recente rifacimento, lo riposizionarono all’inizi degli anni Cinquanta.

 

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