Le opere di Desiderio da Subiaco nella cappella di San Sebastiano di Trevi nel Lazio

Trevi nel Lazio è un antichissimo paese in provincia di Frosinone; sebbene non sia di grandi dimensioni, ha una storia305 artistica molto rilevante che, ancora oggi, merita, forse, di essere riscoperta. I suoi numerosi edifici sacri raccontano, dunque, l’arte italiana; infatti, si possono ammirare affreschi e dipinti molti antichi e di pregevole valore pittorico. Sicuramente tra questi è da annoverare la piccola chiesetta di San Sebastiano, un piccolo oratorio, adiacente alla Cappella della Madonna del Riposo.

La Cappella della Madonna del Riposo
La Cappella della Madonna del Riposo

Posta sulla strada che collegava Trevi nel Lazio con Altipiani di Arcinazzo, fu eretta per volontà della popolazione trebana e con il consenso dell’allora Papa Sisto IV (1414-1484). L’architettura si dimostra a pianta quadrata, di cui una metà è occupata, appunto, dalle due cappelle (Madonna del Riposo e quella di San Sebastiano). Esse sono pressoché identiche, infatti, presentano la stessa formazione e sono collegate l’una all’altra attraverso una porta comunicante. L’altra metà, ossia quella non occupata dalle due cappelle, è composta di un portico, il quale era attraversato dalla via comunicante con gli Altipiani. L’accesso però ai due luoghi sacri è diverso: per quella del Riposo, si accede attraverso una porta finestra, probabilmente successiva alla sua costruzione originaria, invece, per quella di San Sebastiano, l’accesso è possibile direttamente dal portico.

Inoltre la costruzione delle due cappelle è da porsi in due momenti differenti. La Cappella della Madonna del Riposo fu eretta durante il Pontificato di Papa Sisto IV, intorno al 1483.

Papa Sisto IV

Furono gli abitanti trebani a volerla fortemente per rendere omaggio alla Madonna per due grazie ricevute: la fine della peste nel 1476 che aveva afflitto, causando numerose vittime, le zone del Lazio meridionale e la liberazione dal Duca di Calabria Alfonso III di Aragona (figlio del più noto Ferdinando XVIII, re di Napoli) il quale aveva imperversato in queste terre per numerosi anni. A memoria di questo è presente anche un’incisione che ricorda, in un latino abbastanza sgrammaticato, i motivi della sua costruzione.

La cappella di San Sebastiano

La cappella di San Sebastiano, invece, fu costruita qualche anno più tardi, sempre per volontà del popolo trebano che, anche in quest’occasione, voleva ringraziare San Sebastiano per la fine di una seconda ondata di peste, ossia quella intercorsi tra il 1482 e il 1486.

Iconografia di San Sebastiano

La scelta di dedicarla a questo particolare Santo non è casuale, infatti, San Sebastiano (256-288 d. C), martire della tradizione cristiana, fu colpito da numerose frecce che però non gli causarono la morte. Le frecce furono, poi, nel corso del Medioevo paragonate alla pestis (peste in latino). Inoltre è da considerato che l’arrivo di questo incontrollabile morbo era considerato un segno molto evidente dell’ira divina. Infine, tra i numerosi miracoli, egli cessò due epidemie: una a Roma e l’altra a Pavia. In entrambe le città, il popolo pregò il Santo e di colpo, come riportano le cronache del tempo, l’epidemia cessò.

Le opere di Desiderio da Subiaco

In questa cappella, però, come accennato sopra, sono presenti numerosi affreschi che raccontano, almeno in parte, l’arte quattrocentesca. La maggior parte dei dipinti presenti è da attribuire a Desiderio da Subiaco, pittore non fra i più noti del panorama laziale, ma che ha saputo intrepretare i tempi da lui vissuti.

Dipinto di Desiderio da Subiaco

A Desiderio, dunque, gli fu affidato l’onore e l’onere di affrescare questa cappella: sopra l’altare è possibile ammirare un dipinto ritraente San Sebastiano colpito dai numerosi tardi, quindi durante il suo martirio. Il Santo, come da tradizione iconografica, è ritratto nudo e sono visibili i colpi delle frecce. La novità è che Desiderio circonda il Santo di altre dieci figure, probabilmente personaggi che lui conobbe personalmente ed è questo, ossia l’occhio alla sua contemporaneità, la vera novità pittorica di Desiderio.

Dipinto di Desiderio da Subiaco

Oltre all’affresco sopra l’altare è possibile vedere altre sue opere. A sinistra della Cappella, Desiderio dipinse un altro San Sebastiano, ma questa volta il Santo indossa abiti rinascimentali, come la calzamaglia o la fusciacca (una fascia in lana o in seta). È plausibile credere che quest’ultimo capo  di vestiario fosse un omaggio al ceto nobile della città. A destra troviamo, sempre per opera di Desiderio, un’altra iconografia del Santo. In questa il Santo ha il viso incorniciato da lunghi riccioli biondi, forse un richiamo all’aspetto divino, e indossa ancora gli abiti tipici del Quattrocento. Nonostante Desiderio si scosti ben poco dalla tradizione pittorica quattrocentesca, è ammirevole il suo sguardo alla contemporaneità. A distanza di secoli, può così regalarci anche qualche dettaglio in più sugli usi e costumi rinascimentali.

 

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