Dalla Bella Époque ai giorni nostri: storia del Grand Hotel Casinò di Fiuggi

I primi anni del Novecento combaciano con la Bella Époque; il periodo che va dal 1900 fino all’avvento del primo conflitto bellico, furono caratterizzati da una grande leggerezza esistenziale. Le classi più abbienti erano soliti dedicarsi alle cure termali e al divertimento, come la passione per l’ippica.

Accenni alla Bella Époque

In molte città italiane troviamo esempi in stile liberty che testimoniano questo stile di vita. Un esempio è la città di Livorno (Toscana), nella quale sorge un’intera via con villette liberty adiacenti all’ippodromo. Le classi agiate novecentesche, non solo avevano passione per l’ippica, ma anche per le cure termali che, infatti, frequentemente andavano di pari passo nelle città turistiche. Ancora a Livorno, troviamo le note Terme del Corallo che nella loro prima destinazione erano un centro termale.

Chiaramente, come testimoniano molti racconti letterari, non manca nemmeno il gioco d’azzardo, basti pensare al ruolo centrale che ha nella trama del Fui Mattia Pascal di L. Pirandello ( I edizione 1904), oppure nel Grande Gabtsy di S. Fitzgerald, nel quale non mancava mai alle sue feste. Insomma, il gioco d’azzardo, l’ippica e le terme erano la triade essenziale delle vacanze dei primi del Novecento e dettero il via al moderno concetto di turismo.

Il caso della Grand Hotel Casinò Teatro di Fiuggi

Questi elementi ci mostrano anche il cambiamento delle città che si trasformarono in note mete turistiche per soddisfare questi desideri. Un caso molto interessante è il Grand Hotel Casinò Teatro di Fiuggi : splendido edificio in stile liberty che traccia sicuramente uno spaccato di questa vita con la sua storia più che centenaria.

Voluto fortemente dall’ingegnere C. Carlini, all’epoca consigliere comunale della città, fu progettato però dall’architetto Giovan Battista Giovanale (1849-1934) nel 1906. Fu poi inaugurato il 19 agosto del 1911. Nonostante i lavori per la sua costruzione fossero iniziati nel 1908, ancora oggi, nelle carte d’archivio sono presenti le pubblicità per la sua apertura e alcune di esse risalgono, addirittura, al 1906.

Foto del Teatro di Fiuggi, tratta dal sito-turismo del Comune di Fiuggi

Il complesso architettonico è in gran parte in cemento armato: all’epoca, fu una grandissima novità poiché erano rari gli edifici eretti con questo materiale. Il progetto di questa parte fu seguito dall’ingegnere Guidi, nota personalità del XX secolo del panorama edilizio romano. Nel suo aspetto esteriore, invece, ripercorre, almeno nella sua prima realizzazione, le linee tradizionali dello stile Liberty (o Art Noveun) con gli angoli smussati e arrotondati (rimodernizzazione di quelli della corrente Rococò) e i fasci dei cosiddetti colpi di frusta, ossia delle linee curve che fanno da guida all’occhio del visitatore.

Conclusa la sua edificazione, la gestione dei vari ambienti, che comprendeva un casinò e un teatro, fu affidata a un noto impresario romano Giuseppe Girani (Peppino).

Il teatro: punto di riferimento culturale nazionale

Peppino gestiva anche due hotels a Roma. Egli volle accanto a sé i proprietari della società Etrangers, Monsieur Epinad e Monsieur Tibon, per l’organizzazione del casinò. Per il teatro, invece, convocò l’impresario Luigi Castelli. Sotto la loro guida, il teatro divenne un centro artistico di rilevanza nazionale. Molti gli attori, infatti, si esibirono su questo palco: da Trilussa, noto poeta laziale, al librettista Ruggero Leoncavallo, fino a Ettore Pretolini. Divenne un punto di riferimento per la cultura dell’epoca, tanto che lo frequentarono anche molte personalità letterarie e giornalisti come Matilde Serao o Salvatore Barzilai. Nel corso degli anni, la sua fama non diminuì, ma continuò ad attrarre numerosi personaggi italiani, tra cui, anche, Vittorio De Sica.

Foto di Matilde Serao. Wikipedia.

Nonostante sia stato per molto tempo un riferimento culturale italiano, le sue vicissitudini subirono numerosi stop. Dopo il Secondo Conflitto bellico, rimase abbandonato fino agli Anni Sessanta per poi essere nuovamente rivalorizzato grazie all’acquisto da parte del Comune di Fiuggi. In anni più recenti (prima metà del XXI secolo), rimase a lungo chiuso per un’importante opera di ristrutturazione.  Questo edificio non racconta solo la storia della Bella Époque o del teatro, ma a suo malgrado fu testimone di molti tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Esso, infatti, fu luogo di prigionia di soldati inglesi da parte dell’esercito tedesco e poi, dopo il bombardamento di Montecassino, fu un centro di smistamento per i rifugiati. Insomma, questo edificio è stato testimone di centodieci anni di storia italiana e, ancora oggi, ha molto da vedere e, forse, in futuro da raccontare.

 

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