Tra vetro, carta e ceramica, la ricerca artistica di Fabio Guerra

Uno degli ultimo lavori di Fabio Guerra

L’esperienza artistica di Fabio Guerra, originario di Thiene nel vicentino, si forma, prima ancora che all’Accademia di Belle Arti di Venezia, all’Istituto d’Arte di Nove, indirizzo Arte della ceramica. La sua ricerca si concretizzata ne tempo attraverso l’utilizzo di due materiali molto diversi tra di loro: la carta e la porcellana. Di recente anche il vetro e il ferro sono al centro della sua ricerca artistica.

Porcellana

Fabio Guerra ha una lunghissima attività espositiva, in Italia e all’estero, dove ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, come il recente premio che si è aggiudicato a Grottaglie (Ta) dove si è tenuta la XXVIII edizione del Concorso di Ceramica Contemporanea. L’opera vincitrice del Primo premio è stata ‘Doll Dresses’ che la giuria ha così commentato. “Il lavoro si sviluppo attraverso il recupero di materiale ceramico di scarto che viene assemblato e stratificato. Scarti di lavorazione in cui il caso e l’accidentalità generano forme che rimandano memorie intime e insieme collettive”.

Il restauro di un frammento di ceramica antica
RESTAURO ANTICO

Di fondamentale importanza per Fabio Guerra è stata l’esperienza derivante dallo studio di antichi reperti ceramici e dal restauro di alcuni di essi. Un esercizio formativo quella del restauro di antichi manufatti ceramici e del tentativo di restituirli alla completezza originaria partendo da un frantume. In tutte le opere successive si intravvede, sullo sfondo, la ricerca di integrare il frammento per portarlo alla forma originaria. Spesso riuscita con grande sensibilità.

Fabio Guerra mentre allestisce l’esposizione con le ‘carte dipinte’
CARTA

Fabio Guerra nella la sua mostra “Sediments” tenuta a Passau in Germania, qualche tempo fa, ha presentato delle opere su carta. Sembrano qualcosa che si è formato organicamente ed è stato scavato in frammenti, arcaici e tuttavia ariosi e leggeri. Guerra strappa pezzi da ragnatele di carta dipinta e li dispone su carta bianca come cocci posti in una ceramica rotta. “Matrici, Dischi, Tracciati, Frammenti, Gusci, Intersecazioni – si legge in una presentazione del critico d’arte Antonella Brazzale – sono i temi delle sue opere: sono grandi forme di carta dove le riflessioni dell’artista si dispiegano all’interno di una forma in prevalenza costante. Guscio è ciò che contiene al suo interno la vita, che evoca propriamente l’essenza della vita, la sua innegabile fragilità. A questa fragilità della materia sicuramente alludono le opere di Guerra, la carta, la ceramica con i suoi interventi di restauro e di conservazione che tanta parte hanno avuto nei suoi lavori recenti e passati”.

Lo scarto come residuo, scoria
SCARTI

Lo scarto, come oggetto obsoleto, si congiunge inevitabilmente con lo scarto come residuo, scoria, avanzo di ogni processo di manipolazione della materia.
 Scarti, ritagli, frammenti. Il lavoro di Fabio Guerra si sviluppa attraverso il recupero di materiale ceramico di scarto, che viene assemblato e stratificato.

Scarti di lavorazione in cui il caso, l’accidentalità e le circostanze fortuite generano forme. L’oggetto viene realizzato attraverso un processo costruttivo che si basa sull’assemblaggio di scarti di produzione industriale. Ne risulterà, come logica conseguenza, un finito con infinite variabili, una produzione di oggetti unici e irripetibili.

Legno e vetro soffiato
MATERIALI

La ricerca di Fabio Guerra in questo periodo si è indirizzata a mettere in rapporto materiali estremamente diversi tra loro. Lo possiamo chiamare il periodo della sperimentazione materica. A volte incontrano anche la ceramica. Il vetro, il ferro. La necessita di verificare le reazioni nei contrasti. Durezza e fragilità.

Ceramica e vetro soffiato

The Alchymist 2021 è il titolo di una serie di piccole sculture in cui vengono combinati tra loro due diversi materiali con il vetro soffiato. La serie ha origine dal casuale ritrovamento di frammenti ceramici e dal recupero di vecchi attrezzi metallici in disuso. Per quanto riguarda gli oggetti in terracotta e vetro soffiato, il tentativo è quello di riportare la forma ad una sua completezza originaria attraverso la soffiatura. Come in un immaginario restauro, viene reintegrata la parte mancante di un oggetto, ricostruendone la forma. Forma, che in questo caso risulta del tutto arbitraria e comunque differente dalla ricostruzione che solitamente viene effettuata negli interventi di restauro filologico museale. Nel caso invece degli oggetti in metallo e vetro soffiato, l’intento è quello di evidenziare l’antitesi: forte – fragile.

Un opera che evidenzia l’antitesi: forte-fragile