Quando la Germania Nazista volle l’atomica. Il raid del Telemark salvò il mondo

L’acqua pesante, praticamente simile alla normale acqua, ma con una percentuale di idrogeno ben maggiore. Era indispensabile per la costruzione della famigerata bomba atomica. Arma di distruzione di massa, senza di essa non la si sarebbe potuta portare a termine. Destabilizzò l’Europa intera.

La prima operazione per impedire alla Germania di Hitler di procacciarla avvenne nel marzo del 1940, proprio durante l’avanzata tedesca in Norvegia. L’unico paese in cui la producevano, a Rjukak, il cui nome deriva dalle sue cascate. Si trovava nella regione del Telemark nell’impianto Norsk Hydro, soltanto per provare ad ottenere energia alternativa, ad opera dei servizi segreti francesi e fu pacifica.

La missione francese:

Un agente segreto francese fu inviato li in missione, con una valigetta con dentro ben 50 milioni di franchi francesi e con una lettera di accredito.  L’uomo si recò per comprarne tutta la produzione in giacenza, impedendo così che cadesse in mano al nemico. Lo spirito patriottico prevalse sul direttore norvegese che per contrastare l’invasore, non solo accettò di vendergli tutta l’acqua pesante stoccata nell’impianto, ma non esitò a prestargli la propria auto per permettere alla spia di raggiungere un aeroporto già occupato dai tedeschi, dove l’attendevano ben due aerei per permettergli di rimpatriare senza troppi problemi.

Così la missione fu un vero successo e Hitler, infuriato diede ordine di occupare militarmente la struttura industriale. Ma l’inevitabile era stato solo rimandato, con l’impianto funzionante a pieno ritmo e gli scienziati norvegesi, volenti o nolenti, al loro servizio, era solo una questione di tempo perché avessero la quantità necessaria di acqua pesante che serviva ai loro scopi. Fortunatamente gli alleati non dormivano sugli allori e seguivano l’evolversi degli eventi con apprensione, studiando ogni opportunità di metter loro i bastoni tra le ruote e di mandar all’aria ogni loro progetto distruttivo. Neanche l’occupazione della Francia, avvenuta meno di tre mesi dopo, li distolse da questo importante obiettivo. L’allora Primo Ministro Britannico Sir Winston Churchill decise di risolvere il problema alla radice, radendo al suolo il sito norvegese.

Le missioni Del Regno Unito:

Nel marzo del 1942, dei patrioti norvegesi erano giunti. Dopo una rischiosa traversata riuscirono a sbarcare sulle coste scozzese ad Aberdeen. Tra loro vi era Eniar Skinnarland, un ingegnere norvegese che ben conosceva Norsk Hydro, avendo lavorato alla costruzione di una diga a Riukan e che si uni ai servizi segreti militari inglese. Ossia: Lo Special Operations Executive. Egli ritornò clandestinamente nella sua patria e riprendendo il suo lavoro al solo scopo di fornire preziose informazioni sull’impianto che doveva essere distrutto.

Operazione Grouse:

La notte del 15 ottobre, alle 23:30: Quattro uomini addestrati, due ufficiali inglesi e due sottoufficiali norvegesi, questi due ultimi dell’unità speciale Kompani Linge (composta interamente da esuli norvegesi rifugiatisi in Gran Bretagna dopo l’occupazione tedesca della loro patria), furono paracadutati tra le aspre montagne del Telemark per raccogliere informazioni utili alla preparazione della prossima missione top secret.

Operazione Freshman:

Questa missione fallì miseramente, i commandos armati fino ai denti furono mandati a morire sugli alianti Airspeed Horsa, usati in seguito però con successo anche nel D-Day, per attaccare l’obiettivo designato. La sorte avversa fece sì che un vento impetuoso e gelido spingesse gli alianti contro le montagne, sfracellandosi, i pochi sopravvissuti furono catturati dalla Gestapo, torturati e fucilati come spie.

Operazione Gunnerside:

Il 16 febbraio del 1943 un altro agguerrito commando fu paracadutato su quelle fatali montagne e poterono raggiungere l’impianto sciando completamente mimetizzati con il paesaggio innevato. Passarono inosservati anche grazie a delle uniformi bianche. Questa volta nel loro equipaggiamento in dotazione vi era anche una pillola mortale di cianuro di potassio, malauguratamente fossero caduti vivi nelle mani dei nazisti come i loro sfortunati commilitoni. Furono condotti dentro, evitando di passare dall’unico ponte esistente e posto sotto stretta sorveglianza dagli occupanti, da Iomar Brun. Che, in qualità di ex ingegnere capo dell’obbiettivo da distruggere, conosceva un passaggio segreto. Una volta dentro, fu loro facile piazzare delle cariche di esplosivo ad alto potenziale che lo distrusse completamente. Riuscirono a mettersi in salvo, proprio mentre le cariche esplosive iniziarono a detonare fragorosamente.

Per evitare che ci fossero sanguinose rappresaglie a danno di ignari innocenti, era stata lasciata in loco una mitragliatrice di inequivocabile fabbricazione inglese, per chiarire a chi era dovuta la paternità dell’operazione. La caccia all’uomo della Gestapo si rivelò infruttuosa. Il commando riuscì a mettersi in salvo dopo aver sciato per ben 400 km. Sotto copertura rimase in loco solo Eniar Skinnarland per continuare a fornire preziose informazioni. Grazie a lui, dopo appena sei mesi si apprese che l’impianto era stato riparato e continuava a produrre acqua pesante. La missione aveva tuttavia notevolmente ritardato la costruzione della bomba atomica per la Germania Nazista.

Distruzione totale

Bisognava ancora intervenire in modo più drastico, un bombardamento a tappeto. Furono impiegati ben 155 bombardieri B17. Fortezze volanti, che si alzarono in volo il 16 novembre del 1943. Gli aerei sganciarono sull’obbiettivo sottostante più di 600 bombe, distruggendolo completamente. Ma neanche questa volta si poté cantar vittoria. La pericolosa quantità di 14 tonnellate di acqua pesante si era salvata, protetta in un bunker sotterraneo con spesse pareti di cemento. Tutti gli sforzi precedente e il sacrificio di vite umane sarebbero stati vani, se non si fosse impedito che finisse nelle mani dei gerarchi di Hitler.

Haukelid, incaricato di impedire che arrivasse in Germania, riuscì a salire sul traghetto che la conteneva, imbottendolo di cariche al plastico. Usarono il Nobel’s ExplosiveNo (808), il meglio che l’epoca di allora poteva offrire. L’esplosione programmata con un rudimentale timer avrebbe dovuto avvenire alle 10.45 in punto, ma ebbe qualche attimo di ritardo. Mentre tutti, i componenti del commando lì vicino e da Londra l’intero Ministero della guerra, già pensavano che anche quella missione fosse stata vana, un violento boato squarciò l’aria. Poterono finalmente tirare tutti un sospiro di sollievo, gli alleati avevano finalmente vinto “la battaglia per l’acqua pesante”.

Tragico epilogo:

P.S. Purtroppo questo non scongiurò la catastrofe nucleare in Giappone successivamente. L’Italia trattò una pace separata con l’Armistizio di Cassibile il 3 settembre 1943. Invece la Germania si arrese il 7 Maggio 1954 alle 2:41, ponendo fine al Terzo Reich. Ma il Giapponerimase l’unico ancora belligerante. Si decise il 6 agosto 1945 di usare il nucleare su Hiroshima. Nagasaki venne colpita solo tre giorni dopo. Le bombe posero fine alla Seconda Guerra Mondiale, ma a prezzo di vittime innocenti.

P.P.S. Eniar Skinnarland continuò a servire il suo paese sotto copertura fino alla fine della guerra, poi si trasferì in Canada, dove passò a miglior vita nel 2002. Se non fosse stato per lui, la Germania Nazista avrebbe potuto vincere la Seconda Guerra Mondiale.

 

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A cura di Maria Lupica

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