La vicina di Pompei: la sconosciuta Oplontis

Tutti noi conosciamo Pompei, la città romana che fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. Una tragedia umana che ha lasciato, però, ai posteri un’incredibile testimonianza storica. In pochi, però, sanno che, vicino a Pompei, esisteva un insediamento suburbano, altrettanto importante, con il nome di Oplontis.

Accenni geografici

Oplontis era situata nel territorio della moderna Torre Annunziata (provincia di Napoli) ed era una zona subordinata alla vicina Pompei, distante pochi chilometri. Della sua nascita e formazione abbiamo notizie frammentarie, infatti, ancora oggi, non sono state scoperte testimonianze romane della sua esistenza; la prima, che ne attesta l’esistenza, è di epoca medievale: infatti, il toponimo Oplontis lo troviamo nella nota

Immagine della Tabula Peutingeriana. Wikipedia

(la copia di un’antica mappa romana risalente al XII-XIII che mostra le vie dell’Impero romano: dall’isola britanniche fino all’Asia centrale).

In questa Tabula, Oplontis è collocata a circa sei miglia da Ercolano e tre da Pompei ed è considerato come un centro collegato alla vicina Pompei, quindi non del tutto indipendente e autonomo. Era per lo più una “meta vacanziera” per i vicini pompeiani, tanto che gli archeologici hanno rinvenuto resti di ville e complessi termali. A confermare quest’ipotesi è il simbolo affiancato sulla Tabula, cioè quello delle acque termali.

Il toponimo Oplontis

Il toponimo Oplontis non ha un’etimologia chiara: a riguardo, infatti, sono state molte le ipotesi. Tra le tesi più accreditate è che derivi da opulentia (luogo opulento) oppure da opla ( luogo di pescatori). A mio avviso, è plausibile credere che sia la prima: il significato si ricollega facilmente alla funzione sociale del luogo e il toponimo Oplontis potrebbe essere una corruzione linguistica di opulentia.

Purtroppo, la fine di Oplontis fu la stessa della vicina Pompei: fu sepolta sotto una coltre di cenere nel 79 d. C. Nonostante il dramma dei suoi abitanti che perirono a causa dell’eruzione, questo ha permesso di mantenere quasi intatti i suoi edifici, lasciando ai posteri una testimonianza fondamentale.

La gens Poppea

Di particolare rilievo è sicuramente la villa -rinvenuta alla metà degli anni Novanta- appartenente alla Gens Poppea. Il legame di tale gens con la zona non deve sorprendere, poiché era già ampiamente testimoniato a Pompei.

Affresco a Oplontis nella villa della Gens Pompea. Wikipedia

La villa è costruita secondo i criteri del tempo: ha un ampio ingresso, con molti ambienti di passaggio, attraverso cui si accede sia all’area esterna (hortus, ossia il giardino) sia alle varie stanze, tra cui un piccolo complesso termale. Gli studiosi in questi anni stanno portando alla luce l’affresco della facciata frontale che non mancherà di sorprendere.

Purtroppo, gli scavi archeologici del periodo borbonico non hanno tenuto conto delle due diverse cittadine e, dunque, hanno attestato rinvenimenti di Oplontis alla vicina Pompei, nonostante fossero due insediamenti divisi. La svolta fu solo nel 1997 quando gli archeologici dettero un grande impulso alla sua riscoperta.

 

 

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