La storia di Yasuke, il samurai africano

Tutti conosciamo i samurai, grazie alla cultura popolare importata dal Giappone.

I temibili guerrieri del Giappone Feudale, erano un po’ come i cavalieri del mondo occidentale. Avevano un codice etico molto rigido, basato sull’onore.

Non tutti però conoscono la storia di Yasuke. Il primo samurai nero della storia. Inoltre fu anche uno dei primi samurai non asiatici, precedendo William Adams ed Eugène Collache.

Yasuke, il cui nome vero era Yusufe, probabilmente apparteneva all’etnia dei Macua, una popolazione del Mozambico.

Il suo arrivo in Giappone è documentato al seguito del gesuita Alessandro Valignano nel 1579. All’epoca molti missionari cristiani raggiungevano il paese del Sol Levante, per convertire le popolazioni asiatiche. Yusufe, era quasi certamente un servitore.

Il suo arrivo in Giappone fece sicuramente scalpore. Il samurai Matsudara Letada, lo descrisse come un gigante alto un metro e novanta, dalla pelle scura come il carbone.

Il governante Oda Nobunaga, che all’epoca governava su grande parte del Giappone, sconvolto dalla guerra civile del periodo Sengoku, ne rimasi affascinato. Volle Yusufe con sé, lo fece lavare a fondo per scoprire se fosse veramente nero oppure dipinto con inchiostro. Dopodiché scoprendone le doti combattive, lo liberò dal rango di schiavo e ne fece un samurai.

Yasuke, così ribattezzato ebbe diritto a portare il daishō, ad avere una katana ed una casa. Fino al 1582 rimase al servizio di Nobunaga.

Quando però il suo signore cadde per il tradimento del generale Akechi Mitsuhide, Yasuke fuggì cercando di mettere in salvo il figlio di Oda.

Entrambi furono catturati. Il figlio del suo signore fu costretto a fare Seppuku. Mentre Yasuke  considerato “una bestia”indegna di avere una morte onorevole, sembra sia stato riconsegnato ai gesuiti. Di lui si persero le tracce.

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