Il Concilio del Cadavere

Anagni nella storia ricopre un ruolo di protagonista anche non volendo ed in eventi non proprio positivi anche se decisamente originali. Uno di questi è il Concilio del Cadavere.

Ma andiamo con ordine. Il 4 aprile 896 D.C. muore a Roma Papa Formoso. Un Pontefice dotato di una forte personalità tanto da incidere sulla deposizione del patriarca di Costantinopoli e decidere di sostituirlo con uno di suo gradimento. Ma ciò di cui i contemporanei lo accusarono con maggiore forza fu di aver chiamato Arnolfo di Corinzia in suo aiuto. Uno straniero, un germanico, un sovrano straniero che si intrometteva nel governo di Roma!

Dopo la sua morte gli succedette Bonifacio VI che però morì di podagra dopo soli 15 giorni di regno. Lo seguì Stefano VI già vescovo di Anagni. Papa Formoso aveva lasciato molti nemici sia per invidia della sua elezione sia per, come abbiamo detto, per essersi appoggiato ad uno straniero, ed allora doveva essere processato.

Papa Stefano VI non avendo un carattere forte, ed anzi essendo piuttosto pavido e malcerto, permise quello che entrerà nella storia come il Concilio del Cadavere. Ovvero un tribunale, piuttosto insolito, che nel dicembre dell’896, si riunì in San Pietro. Lì prelati, vescovi e lo stesso Pontefice si apprestarono a istruire il processo a Papa Formoso. La cosa inaudita fu che l’accusato venne tradotto in giudizio dopo essere morto già da nove mesi.

Venne aperto il sepolcro, venne tolto il cadavere, venne rivestito di nuovo dei suoi paramenti e posto a sedere sul trono. Accanto a lui sedette un povero diacono con il difficile incarico di dare la voce al cadavere per difendersi dalle accuse. Accuse di ambizione, vanità, insubordinazione a Papa Giovanni VIII, mancata fede al giuramento di non far più ritorno a Roma.

Il Concilio

Il processo ebbe inizio con una domanda di Papa Stefano VI che sarà l’unica e decisiva: “perché, uomo ambizioso, hai usurpato la cattedra apostolica di Roma, tu che eri già vescovo di Porto ?”.

L’accusato, per bocca del tremebondo diacono, non riuscì a rispondere in modo soddisfacente ed allora il sinodo decretò che le accuse erano fondate. Alla mummia del povero Formoso furono strappati gli abiti pontificali e recise tre dita della mano destra, quelle usate per benedire, quindi i miseri resti sono trascinati per le vie da un popolo urlante che li getterà nel Tevere. Curiosamente il fiume restituirà quello che restava della salma e Papa Teodoro II, che regnerà solo 20 giorni, le restituirà la dovuta dignità e rivestita dei suoi abiti la farà seppellire in San Pietro dove riposa insieme agli altri pontefici. Papa Stefano VI, invece, che aveva dovuto indire e presiedere il Concilio del Cadavere, sarà imprigionato e strangolato.

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Prof. Guglielmo Viti, archeologo

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