I gatti nel Medioevo, la verità sulle loro condizioni di vita

Una delle tante millanterie sul Medioevo e’ l’odio per i gatti.
Una leggenda invalsa vuole che a causa dello sterminio sistematico di decine di migliaia di felini per motivi religiosi ci fosse stata una proliferazione abnorme di ratti e il conseguente dilagare della terribile epidemia di peste bubbonica. Pandemia che in Europa costò la morte a  circa 20 milioni di persone.
I gatti in realtà erano compagni amati e ospiti graditi delle case medievali e delle grandi abbazie. Nei monasteri poi i gatti erano particolarmente diffusi, non solo per proteggere gli approvvigionamenti di cibarie nei magazzini, ma sopratutto per proteggere le biblioteche e i tomi in esse contenuti.
Abbiamo svariati esempi della presenza degli amati pelosi e della loro convivenza con i religiosi. Nei libri contabili della Cattedrale di Exeter. troviamo una nota con le spese del mantenimento del gatto, che pare potesse contare su una paga di un penny a settimana per il suo lavoro Nella stessa abbazia troviamo anche una delle prime gattaiole della storia per permettere al micio di muoversi agevolmente nei meandri della biblioteca.
Il gatto, amico delle donne
Sembra che Santa Gertrude di Niveless tenesse dei gatti nel suo monastero e che li utilizzasse  proprio come cacciatori di topi. Proprio per questo, i mici erano amorevolmente curati. Questa santa, infatti, è diventata la patrona dei gatti. Anche nell’agiografia di Santa Chiara viene menzionata l’amata gattina  chiamata  “Sora Gattuccia”. Era talmente benvoluta che la sua presenza era tollerata anche durante le funzioni religiose.
Stando all’Ancrene wisse, un manuale per donne che scegliessero la vita dell’eremita, una figura spesso di stampo spirituale o religioso, l’unico compagno adatto è un gatto. Eleonora Plantageneto, Contessa di Leicester, quinta (e ultima) figlia di Giovanni Senza Terra e di Isabella d’Angoulême, comprò un gatto nel 1265. È possibile che lo avesse comprato per un problema di eccessiva proliferazione di topi. Ma è cosa conosciuta che la Contessa fosse nota come un’amante degli animali.
La maledizione di Deventer
Uno scrittore del 1420 di Deventer, in Olanda,  trovò il suo manoscritto rovinato da una macchia di urina lasciata da un gatto la notte prima. Fu costretto a lasciare vuoto il resto della pagina. Disegnò l’immagine di un gatto e maledisse la creatura con le seguenti parole: “Sia maledetto il gatto fastidioso che ha urinato su questo libro nella notte a Deventer ed a causa di esso anche molti altri gatti. E state attenti a non lasciare libri aperti di notte dove i gatti possono venire”.
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A cura di Tania Perfetti gruppo Facebook La Casa nel Medioevo
Fonti: Storiedistoria.com

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