Il Sacrario Militare di Monte Grappa, un monito contro tutte le guerre

Un pensiero ai caduti sepolti nel Sacrario del Grappa in questo periodo di morte e distruzione
Il massiccio del Monte Grappa è una delle vette principali delle Prealpi Venete e raggiungere cima Grappa, in auto o a piedi, offre sicuramente forti emozioni.

Perché sulla cima più elevata del Monte Grappa sorge appunto un Sacrario militare che fu costruito dopo la Prima Guerra Mondiale. Ospita i resti di 12600 caduti italiani ( di cui 2283 identificati) e 10200 caduti austrungarici (di cui 296 identificati). Il monumento è composto da cinque gironi concentrici posizionati uno sopra all’altro in modo da formare una piramide. Nella sommità sorge il sacello della “Madonnina del Grappa”.

Progettato dall’architetto Giovanni Greppi con la collaborazione dello scultore Giannino Castiglioni e inaugurato il 22 settembre 1935.
Il Sacrario militare di cima Grappa è formato da due zone, collegate tra loro dalla via eroica. Alla fine della via eroica è presente il portale Roma dove si legge la famosa frase “Monte Grappa tu sei la mia patria”. dove si possono trovare 14 cippi di pietra che portano scritti i nomi legati alle località che sono state interessate dalla Grande Guerra.

Dal piazzale antistante l’Ossario si può vedere la Galleria Vittorio Emanuele terzo, un’estesissima opera di fortificazione sotterranea i cui condotti portano alle varie caverne, dove un tempo erano piazzati gli armamenti. Accanto all’entrata della galleria sorge la caserma Milano, ora museo storico con annessa sala di proiezione di documentari sulla Grande Guerra.

A pochi metri dal sacrario, nei pressi di una caverna nella quale 7 partigiani sono stati bruciati vivi dai nazifascisti, sorge dal 1974 una statua in bronzo “al Partigiano”. Il monumento è stato realizzato dallo scultore Augusto Murer.

Nei pressi del Sacrario si trova una vecchia Base dell’Aeronautica Militare operativa negli anni settanta. Ospitava l’Area Controllo (radar) di una Batteria di missili antiaerei Nike-Hercules del 64º Gruppo I.T. (Intercettori Teleguidati) e successivamente un centro per la sorveglianza delle telecomunicazioni dell’Esercito Italiano.
