Giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa: un detto che ha attraversato i secoli

I modi di dire, i proverbi e i detti popolari rispecchiano, non solo i nostri usi e costumi, ma, frequentemente, sono tracce che possono comunicarci qualche informazione in più sul periodo in cui sono nati. Sono, insomma, degli indizi per comprendere in modo più approfondito la realtà storica cui appartengono. È il caso di “Giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa”.

Gnocchi burro e salvia. Foto di Paoletta S. Wikipedia.

Modo di dire dell’area romana, in particolare quella trasteverina, si diffuse tra i ceti della popolazione meno abbiente e, come si deduce, scandiva le regole alimentari. Il proverbio consigliava di mangiare gli gnocchi il giovedì, dunque di fare un pasto importante, al contrario del venerdì che, invece, si doveva rimanere più leggeri per poi appesantirsi il sabato, con la trippa. Sicuramente, celato in questo modo di dire è presente la tradizione cattolica che prevede il venerdì, soprattutto nel periodo quaresimale, di non mangiare la carne. Il consiglio del sabato invece è causato dal fatto che questo giorno della settimana era dedicato alla macellazione dell’animale.

Piatto di trippa. Foto di Giaccai. Wikipedia.

È un detto che non ha un’origine temporale definita; a mio avviso, si tratta di un’evoluzione linguistica. La parte del venerdì e del pesce è sicuramente più antica rispetto a quella del giovedì che, invece, si sarebbe creata solo nel Dopoguerra. Negli anni immediatamente successivi al Secondo conflitto, infatti, negli alimentari romani cominciarono a comparire gli gnocchi che di regola era, appunto, preparati il giovedì. Infine, la macellazione di sabato è un’usanza che arriva dalla seconda metà dell’Ottocento, in previsione del ricco pranzo della domenica.

Come dimostrano queste ben poche evidenze, si tratta di un detto che ha fornito la prova di sapersi adattare nel tempo. Ci ha mostrato così le abitudini, ma anche i tempi che furono. Non mi resta che augurarvi buon appetito!

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