L’Epigramma racconta la storia di Roma

Tra gli innumerevoli contributi dei romani dobbiamo, sicuramente, annoverare la poesia; arte sopraffina che fece da specchio all’evoluzione della loro società. Poeti, ma anche filosofi e scrittori, seppero offrire un giusto sguardo sulla loro vita, regalandoci versi immortali.

Tra le forme metriche cui dettero lustro ci fu l’epigramma. Dal greco ἐπιγράϕω, «scrivere sopra», è un breve, o brevissimo componimento, diretto a fissare un momento, un fatto o una persona con lo scopo di far riflettere il lettore sul suo significato. L’epigramma diventò nel mondo greco uno delle forme metriche più usate e diffuse, tanto che fu adottato, in seguito, anche da molti autori latini.

L’epigramma a Roma

Così come in Grecia, anche nel mondo romano ebbe la funzione primaria di dedica funebre o elogiativa, ad esempio nella nota Cista Ficoroni, ossia un recipiente cilindrico atto a contenere materiale vario. La sua iscrizione ci informa che era un dono della madre alla figlia: Dindia Macolnia filiae dedit / Novius Plautius me Romae fecit (Dindia Macolnia  donò alla figlia / Novio Plauzio mi fece a Roma), in cui leggiamo anche il nome dell’artigiano (Novio Plauzio).

Dettaglio della Cista Ficoroni. Wikipedia.

Potevano servire come elogio funebre per un ricordo eterno, come quello, ritrovato in Algeria, di una madre nei confronti di un figlio morto prematuramente: Mi filii, mater rogat ut me ad te recipias ( Figlio mio, la madre chiede che tu mi prenda presso di te). Straziante nella sua semplicità.

Il più autorevole autore di epigrammi fu sicuramente Marco Valerio Marziale (40-104 d. C). Lo scenario dei suoi componimenti è Roma e la sua vita quotidiana (le vie, le botteghe, le scuole, ecc.). Egli, però, prende di mira anche gli avversari politici e sociali, deridendone non solo le cattive abitudini, ma anche i difetti fisici.

Marziale. Wikipedia.

L’ironia e il carattere satirico sono, dunque, il filo conduttore dei suoi epigrammi: Semper pauper eris, si pauper es, Aemiliane / dantus opes nullis nunc nisi divitibus (Sarai sempre povero, se sei povero, Emiliano / le ricchezze ora non sono date a nessuno, se non ai ricchi) o ancora, Nuper erat medicus, nunc est vispillo Diaulus: /  quod vispillo facit, fecerat ed medicus (Diaulo era recentemente un medico, ora è un becchino: quello che fa da becchino, l’aveva fatto come medico).

Una forma, quella dell’epigramma, che nonostante la sua brevità mostra uno spaccato non solo della vita quotidiana dei romani, ma anche le loro dinamiche sociali. Uno strumento imprescindibile per avere una visione più approfondita di questo antico popolo.

Condividi