Kunoichi, le misteriose donne ninja del Giappone Feudale

Tutti conosciamo i ninja. Nell’immaginario collettivo, essi sono temibili guerrieri-ombra in grado di apparire dal nulla e sono spesso associati al male. Tuttavia i ninja come li conosciamo oggi, non sono altro che il frutto della rivisitazione teatrale. I ninja non necessariamente vestivano solo di nero, e si hanno anche notizie di ninja che disponevano di armature.

I ninja non erano altro che mercenari. A differenza del Samurai non inseguivano la via dell’onore, ecco perchè erano tanto disprezzati.

Se tutti conoscono la figura del ninja, e se alcuni sono a conoscenza del fatto che molto su essi sia stato inventato, quanti conoscono le Kunoichi?

Le Kunoichi erano spie, ladre, assassine e sabotatrici. Erano l’arma perfetta, in quanto essendo donne destavano meno sospetti e potevano infiltrarsi con più facilità.

Il termine Kunoichi sembrerebbe derivare dal nome dei kana, che ricordano i tratti che costituiscono il kanji 女 (onna, «donna»); nell’ordine in cui si scrivono, sono: く (ku), ノ (no), 一 (ichi), che formano appunto il carattere 女. La scrittura “くノ一” include un carattere di ciascuno dei tre sistemi di scrittura giapponesi. Hiragana, katakana e per finire kanji.

Se hiragana e kanji possono essere introdotti nella stessa parola, solitamente il katakana non può comparire insieme agli altri. Ci sono delle eccezioni, come: ゴミ箱 (gomibako, «bidone della spazzatura») e 消しゴム (keshigomu, «gomma da cancellare»). Ku No Ichi significa letteralmente “uno dei nove”. Questo per sottolineare che nel Clan Ninja l’elemento femminile poteva avere pari dignità a tutti gli altri, mentre non era così nella cultura dominante nel Giappone feudale.

Armi e Addestramento

Le Kunoichi non venivano addestrate assieme ai ninja, a dispetto di quanto la cultura di massa vuol far credere. La loro preparazione si concentrava sull’uso dei veleni, il travestimento, ma sopratutto la seduzione. Le Kunoichi avrebbero dovuto sfruttare la propria femminilità per avvicinarsi il più possibile all’obbiettivo. E proprio in ragione di questo, non veniva insegnato loro l’uso delle armi a distanza, ma il combattimento corpo a corpo. Tuttavia quella del combattimento doveva essere l’ultima opzione, da utilizzare solo in caso venissero scoperte.

Molte Kunoichi si travestivano da Geisha (artiste ed intrattrenitrici della cultura giapponese). In questo modo era facile penetrare all’interno delle lussuose e sorvegliate residenze. All’interno degli ampi abiti venivano celati aghi avvelenati o armi di piccola taglia, che potevano essere nascoste anche nelle fluenti acconciature.

L’addestramento insegnava loro anche a utilizzare oggetti comuni come armi. Un ombrello poteva diventare uno scudo, uno zoccolo poteva fratturare le ossa. Un ventaglio poteva celare una lama. Ma tra tutte le armi, la più temibile in assoluto erano certamente le unghie metalliche chiamate neko-te. Legate alle dita con nastri di cuoio, potevano essere intrise di veleno oppure utilizzate per accecare la vittima.

 

 

 

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