L’incredibile storia dell’uomo che inventò il codice della strada, ma che non sapeva guidare

Tutti noi dobbiamo rispettare il codice della strada per l’incolumità nostra e degli altri, e questo è possibile rispettando il codice della strada, l’insieme di leggi che regolano la guida e la sicurezza del guidatore. In Italia, il codice della strada attuale è composto da più di duecento articoli ed è accompagnato da un Regolamento di attuazione, entrato in vigore agli inizi degli anni Novanta e poi via via aggiornato.

Ma qual è stato il primo Codice della strada al mondo?

Il primato, questa volta, è americano e lo si deve a William Phelps Eno (1858-1945); considerato il “padre della sicurezza stradale”, è stato un uomo d’affari che dette un notevole contributo alla sicurezza stradale.

William P. Eno con un vigile

Laureatosi a Yale nel 1882, fu in principio un imprenditore. Aprì numerose fabbriche negli Stati Uniti e solo in età avanzata si pose il problema delle auto, sempre più diffuse.

Le prime regole della strada

Nel 1903 scrisse le prime regole al mondo di sicurezza stradale. Contenevano i principi di regolamentazione del traffico e della convivenza delle auto e dei carri, trainati dai cavalli; quest’ultimi in particolare erano sempre diffusi e frequentemente erano un problema alla circolazione stradale. Tra le sue principali innovazioni si annoverano i semafori, gli attraversamenti pedonali, la rotonda e le isole spartitraffico. Inoltre egli ipotizzò l’obbligo della segnalazione di svolta, le fermate e corsie speciali per i taxi.

Tali principi furono così alla base dei moderni codici della strada. Furono dunque modelli per il codice della strada inglese o quello francese, tanto che in quest’ultimo stato è chiamato comunemente “Le Systeme Eno”, in suo omaggio.

Nel 1921 Eno inaugurò la Eno Foundation for Highway Traffic Control, ossia la fondazione per il controllo stradale. Essa, senza scopo di lucro, aveva, allora come oggi, lo scopo di studiare e promuovere la sicurezza stradale, attiva in alcuni stati americani tutt’oggi.

Nonostante Eno si fosse dedicato alla sicurezza stradale e alla gestione del traffico delle auto, egli non guidò mai poiché non nutriva un grande fiducia nei confronti delle macchine che considerava poco sicure nel loro assetto.

 

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