Quadro vs Fotografia, brevissime divagazioni sul tema

La differenza tra un quadro ed una foto sta nella storia dell’utilizzo dell’immagine ovvero fino alla fine dell’ottocento la funzione dell’immagine era affidata solo al quadro che era solo una rappresentazione estetica, una figura statica, ma raccontava la simbologia di ciò che era rappresentato, ne raccontava la storia ed il profondo significato.

Questa funzione dell’immagine pittorica che, poi ritorna in tutta l’arte come anche nella scultura, è evidente nelle raffigurazione sacre dove ciò che viene rappresentato è un racconto della fantasia. In cui ogni particolare serviva a costruire nell’immaginario dell’uomo semplice i principi religiosi e civili a cui attenersi nel cammino della sua vita.

Era più efficace, in un’epoca in cui era prevalente l’analfabetismo. Il raccontare con simboli, che allora erano chiari a tutti, che insegnare con le parole (non mi pare che oggi, tutto sommato, sia diverso). Il quadro, parafrasando Pasolini, era, come il cinema. “Il linguaggio della realtà”, ovvero, come per il cinema, il quadro è storia, è racconto. Ha un inizio ed una fine, è emozione in movimento.

La fotografia è il momento, è l’istantanea di un fatto che inizia e finisce in sé stesso; non è un discorso, è un fonema, una nota non un’armonia. La lettera di una parola, la singola nota di una sinfonia sono importanti tanto quanto la parola o la sinfonia così nella fotografia l’immagine, anche se riesce ad essere simbolica con la scelta del soggetto e del suo contesto, non sarà mai una rappresentazione “inventata “come il quadro. Inventare significa costruire un discorso ex novo con fonemi originali, inventati dall’autore.

La foto non costruisce un discorso ma da un discorso estrae un fonema, un simbolo, universale, esemplificativo, fine a sé stesso, ma nello stesso tempo punto di origine alla riflessione ed al pensiero.

 

 

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Guglielmo Viti

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