Il falso storico più famoso di sempre: la Donazione di Costantino

Constitutum Costantini è l’atto con cui l’Imperatore Costantino, vissuto nel IV secolo, avrebbe concesso il Principatum a Papa Silvestro I e al suo clero, esso consisteva nell’elargire  il primato sulle Chiese della Cristianità orientale (in particolare riguardo a quelle di Antiochia, Alessandria, Costantinopoli, e  Gerusalemme), la sovranità del Pontifex Maximus su tutti i sacerdoti, la sovranità della Chiesa con fulcro alla Basilica di Laterano e, infine, avrebbe ceduto la superiorità del potere papale su quello imperiale.

Il Constitutum, redatto nella versione latina e greca, è diviso in due parti. Nella prima (Confessio) si leggerebbero le vicende che portarono l’Imperatore alle elargizioni di tali privilegi, invece, nella seconda (Donatio) la lista dei doni imperiali nei confronti della Chiesa.

Mosaico bizantino. Wikipedia

Tale documento sarebbe una riscrittura di un editto emesso dallo stesso Imperatore, poi tramandato alle generazioni successive. Per molto tempo nessuno mise in discussione tale documento. La Chiesa infatti, nel corso del Medioevo, lo sfruttò per rivendicare i propri diritti di proprietà su alcuni territori sia Occidente sia a Oriente. Si fece, dunque, forza sulla validità giuridica dello stesso. Nel corso del tempo, però, molti uomini politici iniziarono a dubitare della sua autenticità: il primo fu Ottone III di Sassonia, re dei Franchi, il quale, augurandosi di poter riunire i territori persi dell’antico Impero romano, contestò la legalità e la veridicità del Costitutum. Inoltre anche lo stesso Dante, sebbene non avesse mai ammesso la falsità, ne criticò il valore giuridico, definendolo nullo sotto questo punto di vista.

La scoperta della falsità

Accertarono la sua falsità solo durante l’Umanesimo. La riscoperta della classicità e lo studio dei documenti furono fondamentali per accertarlo.

Lorenzo Valla, insigne studioso, fu l’autore della scoperta. Egli notò vari anacronismi all’interno dell’atto. Valla s’insospettì già riferimento alla città di Costantinopoli che sarebbe, però, stata fondata circa quindici anni più tardi oppure il latino in cui era redatto, un latino troppo “barbarizzato” che sarebbe stato usato molto più avanti. Nonostante Valla avesse scoperto la “truffa” a metà del Quattrocento, lo pubblicarono solo nel 1517 e grazie ai protestanti.

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