L’attentato alla Sinagoga di Roma il 9 ottobre del 1982

Il 9 ottobre del 1982 si verificò l’attentato antisemita più grave per il nostro paese dal Secondo Dopoguerra.

Il tragico evento accadde presso la Sinagoga di Roma, quando un gruppo di cinque palestinesi, appartenenti al gruppo rivoluzionario di Al-Fatah di Abu Nadal, dette vita a cinque minuti d’inferno, sparando sulla folla e lanciando bombe a mano.

L’attentato

Erano le 11.55 di un giorno di Ottobre e presso la Sinagoga romana si stavano celebrando contemporaneamente: lo Shabbat (la Festa del Riposo, celebrata ogni sabato), il Bar Mitzwah (la cerimonia in cui un bambino diventa ufficialmente adulto) e lo Shemini Atzeret a chiusura dello Sukkot (conosciuta anche come Festa delle Capanne o dei Tabernacoli che celebra l’antico esodo dall’Egitto). In quel preciso momento, dunque, all’interno erano presenti molte persone, se ne contarono, infatti, all’incirca 300.

Gli attentatori, vestiti in modo elegante per confondersi in mezzo alla folla, si diressero verso l’obiettivo. Una volta arrivati, tre di loro si disposero presso le uscite della Sinagoga così da poter bloccare le possibili vie di fuga. Quando, però, un’agente di sicurezza li chiese di identificarsi la loro risposta fu di aprire il fuoco, lanciando bombe a mano e mitragliando sulle persone presenti. L’unica vittima di questo folle gesto fu un bambino di due anni, Stefano Gay Tachè, che rimase ferito a morte da una scheggia di una bomba a mano.

Gli attentatori riuscirono a fuggire e fecero perdere le loro tracce grazie a due auto che li stavano aspettando.

Le reazioni, non solo da parte della comunità ebraica, furono durissime. Da subito si capì che gli attentatori facevano parte del consiglio rivoluzionario palestinese, già stato di altri attentati in Europa. L’unico attentatore arrestato fu Osama Abdel Al Zamar, arrestato il 20 novembre dello stesso anno mentre cercava di passare il confine tra Grecia e Turchia. Scontò la sua pena in Grecia, nonostante l’Italia avesse richiesto più volte l’estradizione.

Il ricordo

Quest’attentato è una ferita che non si rimarginerà più. Il 7 ottobre 2007 è stata posta una targa in ricordo di Stefano, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del sindaco di allora Walter Veltroni.

 

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