Luoghi da scoprire. Accenni alla storia delle Catacombe del convento dei Cappuccini di Palermo

Ci sono luoghi che suscitano contemperamene fascino e timore, ma che sanno raccontare come pochi altri la sofferenza umana.

Uno di questi luoghi è il Convento dei Cappuccini a Palermo. Tra i più antichi della città siciliana, ospita nei suoi sotterranei un ampio cimitero. Già nel XIX secolo, esso faceva parte del Grand Tour, lo stesso Guy De Maupassant si recò nel suo viaggio in Italia a visitarlo.

Accenni storici
Foto delle catacombe a inizio Ottocento. Wikipedia.

Scavarono i primi sotterranei a partire dal XVI secolo, ad oggi è possibile contare circa 8000 corpi. I defunti sono divisi per ceto e classe, ma la maggior parte di essi appartenevo al ceto nobile. La mummificazione, infatti, era un procedimento molto costoso e così solo le persone benestanti potevano permetterselo. Ancora oggi, è possibile identificare prelati, borghesi, bambini, ufficiali dell’esercito regio e numerose donne. La condizione nubile o sposata delle figure femminili, ad esempio, è distinguibile in base al loro abito: infatti, le donne non maritate e di età giovane sono vestite con un abito da sposa, le altre invece indossano l’abito più lussuoso che possedevano.

Nonostante le mummie non siano mai state “inventariate”, è possibile accertare che il primo a essere posto in questo luogo fu un frate cappuccino, morto nel 1599, Silvestro da Gubbio.

Foto della “Bella Addormentata” di Palermo, Rosalia Lombardo. Wikipedia

È un luogo suggestivo che fa pensare, però, inevitabilmente alla sofferenza umana, infatti una delle mummie più tristemente note è quella di una bambina, Rosalia Lombardo. Conservata nella Cappella di Santa Rosalia, nacque a Palermo nel 1918 e morì nel 1920 per polmonite. Rosalia fu una delle ultime persone a essere stata ammessa nel noto cimitero; infatti, pochi dopo la pratica cessò. Fu il padre di Rosalia a volere fortemente la mummificazione della figlia per preservare per sempre il suo corpo.

 

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