La parola fa più male della spada: la storia di Lauro De Bosis che sfidò il regime fascista

Tu non temi la morte? / – Non mi tocca. / Finché c’è vita si combatte; e poi… / pace! Il mio fato, quale sia, io voglio ( L. De Bosis)

Semplici azioni e gesti che però cambiano il corso della Storia o perlomeno ci provano, come nel caso della vita di Lauro De Bosis.

Romano, all’anagrafe Adolfo Lauro De Bosis nasce nel 1901 in una famiglia proveniente da Ancona, la quale si era trasferita nella capitale per affari del padre. Lauro, come da tutti era chiamato, fu una figura poliedrica: scrittore, poeta, saggista, traduttore, docente, ma soprattutto in tutta la sua esistenza ebbe sempre un notevole coraggio.

I primi studi

Diplomato in studi classici, s’iscrive alla Facoltà d’economia dell’Università romana, nonostante i suoi interessi fossero tutt’altro che scientifici. Grazie all’eredità paterna e quella materna, Lauro aveva una naturale propensione per le Lettere. Il padre, Adolfo, fu infatti un poeta e fondò la rivista Il Convito, una periodico letterario, nella quale pubblicarono tra l’altro D’Annunzio, Carducci e Pascoli. La madre, invece, era amante della letteratura e della poesia e non mancò di farla conoscere a Lauro e ai suoi sette fratelli.

Il padre di Lauro, Adolfo De Bosis. Wikipedia. 

Durante il periodo universitario, infatti, si dedicò anche alla sua passione e così mise in scena presso lo Stadio Palatino (Roma) l’Edipo di Sofocle, basato su una sua traduzione, poi edita nel 1924.  Nello stesso anno, fu invitato negli Usa per tenere un ciclo di conferenze sulla situazione politica e sociale dell’Italia e da questo momento la sua vita oscillò tra New York e Roma. Tanta era la sua fama negli Usa che la prestigiosa Università di Harvard di Cambridge lo volle come professore di letteratura italiana.

In questi anni lontano da casa, si accorge del nefasto sentimento dei fascisti all’estero che vogliono far passare il loro regime come un governo illuminato e così si scatena in lui un acceso sentimento antifascista. Egli dimostra la sua avversione nelle traduzioni e opere letterarie di cui si occupa, come nell’Antigone di Sofocle del 1927, nel quale il protagonista diventa la metafora della ribellione morale del cittadino abbattuto.

Passione Letteratura

Non solo traduttore, ma fu anche poeta. La sua opera principale fu Icaro, un dramma in versi edito nel 1930. Molti critici hanno intravisto in questi versi quasi un presagio: infatti, Icaro è, nella sua opera, un poeta che sacrifica la propria vita in nome della libertà umana.

La sua coscienza politica, dunque, non poteva tacere e così nel 1930 fondò l’Alleanza nazionale per la libertà con M. Vinciguerra (1887-1972): aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica contro il regime fascista attraverso la diffusione di volantini.  L’obiettivo iniziale era quello di creare un’alleanza politica tra la Monarchia, il Vaticano e la destra liberale e far sì così di far cadere il regime, in seguito Lauro allargò la sua alleanza ideale anche ai riformisti e ai socialdemocratici.

Primo piano di Lauro. Wikipedia

Purtroppo questo progetto ebbe vita breve: pochi mesi dopo la sua fondazione, furono scoperti e arrestati, tra cui anche la madre di Lauro. Lui si salvò poiché era in viaggio verso gli Usa, ma saputo dell’arresto dei compagni e della madre, non tardò a informare la stampa americana dei soprusi del regime. Questo, però, non scaturì l’effetto sperato poiché i suoi compagni, tra cui Vinciguerra, furono condannati a quindici anni di prigione. La madre, invece, si salvò poiché aveva firmato un atto di sottomissione a Mussolini.

Alla fine del suo viaggio, si rifugiò a Parigi, dove venne in contatto con altri italiani in esilio e iniziò a prendere lezioni di pilotaggio. La sua permanenza nella capitale francese fu molto breve, poiché Lauro si sentiva comunque accerchiato e così si spostò a Londra, dove acquistò un piccolo aereo turistico. L’idea era di volare dalla Corsica fino a Roma grazie all’aiuto di due piloti inglese che avrebbero condotto l’aereo nell’isola francese. Purtroppo, il piano non andò a buon fine poiché arrivati in Corsica l’aereo si ruppe.

Il volo su Roma

Lauro non si perse d’animo e, acquistato un altro aereo, rimise in moto il vecchio piano e questa volta riuscì: nel pomeriggio del 3 ottobre del 1931 sorvolò su Roma, lanciando più di 400.000 manifesti contro il regime fascista e quale copia del libro Il fascismo in Italia dell’inglese B. King.

Lauro il giorno della partenza per Roma, accanto al suo aereo. Wikipedia.

Fu uno straordinario atto di coscienza politica e di profondo coraggio. Dopo il lancio, l’aviazione fascista si mise sulle sue tracce ma senza grandi scoperte. Purtroppo e con tutta probabilità, Lauro calcolò male il carburante per il rientro, infatti si inabisso in mare durante il ritorno. E come lui stesso aveva scritto a propositi di Icaro, morì quello stesso giorno per la nostra libertà.

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