Il campanile dell’Abbazia Vangadizza di Badia Polesine è sostenuto anche da un’ara romana che raffigura una Baccante che danza

La pietra con il bassorilievo della Baccante
Una pietra a forma di parallelepipedo con una faccia scolpita a bassorilievo di gusto ellenistico che ritrae una Baccante che regge un cembalo

A sostenere il campanile dell’Abbazia Vangadizza di Badia Polesine, in provincia di Rovigo, c’è anche un’ara romana, usata come pietra angolare, che raffigura una Baccante in atteggiamento di danza. Si tratta di una pietra a forma di parallelepipedo che su una delle facce mostra un bassorilievo di gusto ellenistico rappresentante una Baccante in atteggiamento di danza, mentre regge un cembalo con la mano sinistra. (La base dell’ara é di cm. 60×88 e l’altezza di cm. 110. Circa.

L’Abbazia Vangadizza di Badia Polesine

“Ciò fa pensare, – sosteneva in uno studio lo storico locale Prof. Ivan Tardivello – poiché la base del campanile avrebbe potuto benissimo essere costruita completamente in cotto, all’esistenza nello stesso luogo o nelle immediate vicinanze di un tempio pagano dedicato a Diòniso, o addirittura a un teatro… L’ara costituisce la pietra angolare del campanile ed è situata sullo spigolo ovest al livello della campagna circostante. La figura scolpita sull’unica faccia visibile venne da me liberata dal terriccio, – continua lo storico – che nel corso degli anni l’aveva completamente sepolta, e per la prima volta fotografata (1957). In quell’occasione operai uno scavo per vedere se fosse scolpita anche la faccia opposta, che si trova nello spessore del muro. Ebbi così modo di constatare che anche questa mostra, nella parte superiore, un fregio simile a quello che si trova sopra la figura della Baccante e quindi c’è da supporre che ci sia un secondo bassorilievo, indubbiamente meglio conservato”.

Particolare dell’ara romana

Secondo il Bronziero, altro storico badiese, il campanile è sorto sui resti di una torre costruita a difesa del Monastero. Si parla anche di un’ antica lapide, un tempo murata alla base del campanile, scoperta nel XVIII secolo, ed ora dispersa. Sulla lapide si leggeva che un Caio Bebio, figlio di Publio Bebio, cittadino di Este aveva disposto per testamento che (questo sepolcro) fosse fatto per se e per il suo liberto Caio Bebio Felice.

C. Filiasi, storico del XVIII secolo,  attesta che in Badia furono trovate più volte nei tempi passati, antichità romane, urne sarcofaghi e lapidi, e Jacopo Zennari, studioso contemporaneo di storia polesana scrive come a Petra (cosi veniva chiamata anticamente la località ove sorge Badia) si congiungessero due strade romane di notevole importanza: la via Annia che congiungeva Bologna con Aquileia ed a Badia aveva approssimativamente la direzione nord-sud, e la Atbesis.

Il campanile dell’Abbazia di Vangadizza di Badia Polesine

Sarebbe desiderabile che la Sovrintendenza, come promesso, provvedesse a rimuovere l’ara che raffigura la Baccante e collocarla in un luogo idoneo ove poterla osservare da tutti i lati. Intanto un calco si può visitare presso il Museo Civico di Badia “A. E. Baruffaldi”.