Il Casale della Vaccareccia: centro del Parco della Caffarella

La Vaccareccia è il fulcro del parco della Caffarella, un immenso polmone verde nelle vicinanze dell’Appia Antica, nel quale Storia e natura sono legate l’una all’altra in un intreccio secolare.

Il casale della Vaccareccia risale all’epoca rinascimentale (1547). È menzionato nella carta di Eufrosino della Volpaia nel 1575, il quale, nonostante fosse un noto astrologo e orologiaio, fu anche un esperto cartografo che realizzò una delle prime mappe riguardo alla Caffarella.

La famiglia Caffarelli

La famiglia Caffarelli, prima proprietaria, lo edificò intorno al 1500. Oggi la valle prende, appunto, il suo nome. Erano un’antica famiglia aristocratica romana che risiedeva nei pressi del Campidoglio, i quali crearono una sorta di azienda agricola. Si deve a loro  sia la prima bonifica dell’area sia la prima canalizzazione dell’acqua, presente tutt’oggi. Infine piantarono lunghi viali di salici e pioppi.

Panoramica del casale

Il casale è un organismo omogeneo di strutture di epoche diverse, tanto che fu inglobata una torre medievale che serviva per controllare il resto della tenuta. Nel piano superiore presenta una grande aia con un portico sorretto da colonne. Da questo punto si può entrare nella casa dei contadini che, ancora oggi, ha le sembianze del tempo con il tetto spiovente. Annesso a questo c’è il fienile.

La famiglia Torlonia

Nel 1695, la famiglia Caffarelli lo vendette alla famiglia Pallavicini che lasciò la struttura pressoché intatta, fino al loro lascito ai Torlonia (1816), potente famiglia di Roma. Essi ristrutturarono il casale, aggiungendo la grande stalla lungo una parte dell’aia, e bonificarono il fondovalle per ampliare i terreni coltivabili. Inoltre, costruirono l’acquedotto che incanala l’acqua del fiume Almone, riuscendo così a irrigare le coltivazioni. Ancora oggi, è visibile lo stemma della casata Torlonia, una corona che sovrasta due comete, sul fontanile che si trova di fronte il casale o sopra gli archi nella facciata principale. In seguito, il casale passò alla famiglia Gerini, dopo il matrimonio di uno dei suoi membri con una degli eredi dei Torlonia.

Purtroppo, a metà del secolo scorso un incendio danneggiò gran parte del tetto, già rovinato dalle intemperie. Solo nel corso degli anni Novanta furono restaurati il tetto, il fienile e alcuni interni. Attualmente parte dell’antica proprietà del casale è utilizzato per l’allevamento di greggi, sono presenti, infatti, circa mille ovini.

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