“Le persone passano, ma le opere restano”. L’impegno di Don Umberto Carletti a Olevano Romano

Si deve sempre far del bene e del meglio perché le persone passano, ma le opere restano (Don Umberto Carletti)

In questa semplice frase è raccolta la vita di Don Umberto, il quale dedicò tutta la sua esistenza a Olevano Romano.

Don Umberto nasce il 20 febbraio del 1905 da Cesare e Teresa Antonelli. Fin da giovane dimostrò la propria vocazione cristiana; infatti, terminate le scuole, decise di dedicarsi alla vita religiosa, frequentando gli studi presso il Seminario Vescovile di Palestrina e quelli del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni.  Li completò presso il Pontificio Istituto Internazionale Angelicum di Roma e infine presso la Regia Università di Roma. Fu ordinato sacerdote il 19 luglio del 1930. In seguito, dimostrando una grande passione per la cultura, conseguì la laurea in Lettere e Filosofia.

L’ordinazione da sacerdote

In seguito all’ordinazione da sacerdote, fu assegnato alla chiesa di San Rocco a Olevano romano e da questo momento inizierà il suo impegno per la comunità olevanese, infatti si prodigò immediatamente per trovare una sistemazione degna alla chiesa parrocchiale e dette un nuovo slancio alla comunità religiosa.

Nella chiesa di San Rocco, era nata qualche anno prima l’unione di uomini e donne cattoliche che però aveva un numero limitato di adesioni e anche la loro organizzazione era abbastanza precaria. Grazie a Don Umberto la comunità della chiesa di San Rocco ebbe un nuovo slancio. Riuscì ad aumentare i fedeli che la frequentarono, facendola diventare, oltre che un punto di riferimento religioso, anche un centro di socialità. Riuscì, infatti, ad acquistare un apparecchio radio, oggetto non comune negli anni Trenta e Quaranta, che permise di creare unione e partecipazione presso la parrocchia. I confratelli in questo modo si riunivano per ascoltare i Tg radio, commentando i fatti e scambiandosi le proprie opinioni.

Nel corso degli anni le attività di Don Umberto si estesero al resto del paese, come ad esempio per la festa di San Rocco che cadeva ogni 16 agosto che acquisì più solennità, inserendo anche  nuove iniziative per celebrare il Santo. Inoltre, dopo molti sacrifici, restaurò anche le parti della Chiesa più cedevoli e mal curate.

Durante la Seconda Guerra mondiale

Purtroppo con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, i piani di Don Umberto saltarono. Egli, però, spinto da spirito cristiano e filantropico, non si arrese, cercando il modo di aiutare in quei terribili anni. Così iniziò a procurare agli Ebrei perseguitati documenti d’identità falsi, dandoli una reale possibilità di salvezza.

Olevano romano negli anni Quaranta. Wikipedia

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, Don Umberto sentì l’esigenza di andare incontro ai bisogni dei giovani e così realizzò un progetto per la costruzione di un campo da calcio. Inoltre avviò una sorta di scuola di formazione edile che permetteva ai giovani olevanesi di essere inseriti nel mondo del lavoro, appena terminata la formazione.

Negli anni a seguire, si prodigò per acquistare i beni della chiesa di San Rocco, quelli del parco dell’Acqua Santa, luogo frequentato fin dall’Ottocento dagli artisti di tutto il mondo per i suoi paesaggi. Infine si occupò anche dell’acquisto di Villa Broccolini (1975), offrendo una sistemazione definitiva alle Suore della Divina Provvidenza, le quali poi aprirono una scuola materna e una residenza per anziani.

L’impegno per i giovani

In parallelo a questi impegni, non dimenticò mai i giovani. Grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale, nel 1964 inaugurò la prima sezione distaccata del Liceo scientifico di Olevano romano, nel quale insegnò latino e religione e nel quale divenne anche vicepreside.

Tutt’oggi è ricordato dai suoi studenti, dai suoi parrocchiani e da tutte quelle persone che lo hanno conosciuto.  Morirà nel 1988. Ancora oggi, le sue parole si dimostrano veritiere, infatti le sue opere sono ancora lì a Olevano romano a ricordare il suo impegno e la sua bontà.

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