Il Sile: un fiume del Veneto che nasce nella pianura trevigiana

L’acqua che sembra ribollire nei fontanili esce dall’erba
e si incammina per realizzare uno dei fiumi più belli d’Italia

Il Sile è un fiume del Veneto che nasce in pianura. L’acqua comunque arriva dalle Alpi e scorre sottoterra fino a emergere nella zona delle risorgive. Le acque meteoriche e dei fiumi alpini incontrano nella zona pedemontana terreni grossolani e molto permeabili i quali lasciano percolare le acque nel sottosuolo. L’acqua di falda si muove molto lentamente, da monte a valle, seguendo la naturale pendenza del terreno. Poi la conformazione della pianura formata dallo strato ghiaioso si assottiglia e le acque di falda incontrano terreni a grana più fine, argillosi, quasi impermeabili, e di conseguenza emergono in suerficie dove abbiamo le risorgive. Dove nasce di fatto il fiume Sile.

La meraviglia e vedere i fontanili (fontanassi in dialetto veneto) dove l’acqua, che sembra ribollire, esce dall’erba e si incammina per realizzare uno dei fiumi più belli d’Italia. Le risorgive sono distribuite tra Casacorba di Vedelago (TV) e Torreselle di Piombino Dese in provincia di Padova. In queste aree l’acqua sgorga spontaneamente dal terreno limpida potabile e spesso ricca di sostanze minerali, ad una temperatura di 12-14°. Il Sile è lungo circa 95 km. Dopo aver attraversato la città di Treviso va a sfociare nell’Adriatico.

Un tempo si immetteva a Portegrandi di Quarto d’Altino, ma nel 1683 la Serenissima ne deviò il corso tramite il canale Taglio del Sile, che ne trasferisce le acque sul vecchio letto del Piave, a sua volta deviato più ad est. La sua corsa finisce nel mare andando a dividere il Lido di Jesolo dal Litorale del Cavallino. L’intero corso è protetto dal Parco naturale regionale del Fiume Sile che si estende su una superficie di 4.152 ettari, comprendendo all’interno di 11 territori comunali distribuiti nelle province di Padova, Treviso e Venezia.

La vegetazione presente in questa zona va dai prati asciutti, ai prati umidi ad una vegetazione di tipo palustre, alle piante sommerse o natanti. Ci sono laghetti e aree paludose, torbiere e una fitta rete di corsi d’acqua. Sovente si ritrovano alberi isolati e piccoli boschetti di pioppi, salici, ontani, querce, olmi e aceri. L’area è di notevole importanza naturalistica anche per la ricca fauna ittica. Nell’area sono presenti molte specie di uccelli sia nidificanti come il Falco, la Poiana, l’Airone rosso, l’Airone cenerino, la Garzetta e la Nitticora.

Nella zona si sono rinvenuti reperti archeologici riferibili ad una frequentazione delle risorgive durante l’età del bronzo. Il Sile per la sua portata costante, è stato ideale per l’insediamento di mulini. Ancora nel XIX secolo nella sola Treviso se ne contavano sessantuno. Attualmente nessun mulino sfrutta più le acque del fiume, ma molti sopravvivono come pregevoli esempi di archeologia industriale. Il Sile scorre a due metri al secondo ed è navigabile a motore unicamente nel tratto a valle di Treviso. Mentre a remi è consentita lungo tutto il corso del fiume.