La Cattedrale neoromanica di San Cetteo a Pescara

La Cattedrale di San Cetteo a Pescara
Un gioiello architettonico voluto dal pescarese
Gabriele D’Annunzio anche per la tomba della madre

L’istituzione della provincia di Pescara, nel 1927, che coinvolse anche il comune di Castellammare Adriatico, portò un certo rinnovamento della città. Le trasformazioni interesso anche l’area dove c’era la vecchia chiesa del Santissimo Sacramento risalente al XVII secolo, ridotta in pessimo stato. Si penso alla costruzione di una nuova basilica.

Uno scorcio della Cattedrale di San Cetteo

Sull’area c’era la vecchia chiesa del Santissimo Sacramento risalente al XVII secolo. Era infatti necessario un nuovo edificio religioso nel centro storico di Pescara, essendo presente solo un’altra modestissima parrocchia nella zona. La costruzione della nuova chiesa di San Cetteo fu voluta anche da Gabriele d’Annunzio, che finanzio il progetto. Il celebre scrittore e patriota figura di spicco della prima guerra mondiale e Principe di Montenevoso, voleva trovare in questa chiesa il luogo di sepoltura per sua madre.

San Cetteo a Pescara

Per il progetto fu chiamato uno dei più importanti architetti italiani. L’architetto e ingegnere Cesare Bazzani, Accademico d’Italia. A lui si devono molte realizzazioni di architettura pubblica italiana del primo Novecento. Realizzò a Pescara, oltre alla nuova Cattedrale di San Cetteo, nota anche come “Tempio della Conciliazione”, il Palazzo della Camera di Commercio in via Conte di Ruvo e il Palazzo delle Poste centrali nel 1934 sul corso Vittorio Emanuele. L’opera giunse a termine nel 1938, ma la facciata dovette essere ricostruita già dopo gli eventi della seconda guerra mondiale. Nel 1949 il tempio divenne cattedrale e sede dell’Arcidiocesi Metropolitana nel 1982.

La navata centrale

Negli anni ’70 la chiesa tornò ad ospitare la storica statua lignea di San Cetteo, che era conservata a Chieti. Nel 2018 è stato restaurato il campanile con nuova cuspide. Lo stile della cattedrale è neoromanico, ispirato allo stile dei secoli XI e XII, con riferimenti alla tradizione abruzzese. Una facciata di forma rettangolare decorata a rosoni. Sulla facciata sono presenti tre portali strombati con lunetta a botte dipinta, ad archi a tutto sesto. Il portale centrale è sormontato da tre statue di santi tra cui il patrono San Cetteo.

Vista sulle colonne in marmo con capitelli ionici

Due lesene aggettanti mettono in evidenza la suddivisione interna in tre navate. A sinistra della facciata, un campanile su base quadrata si conclude con tamburo a pianta ottagonale e cuspide conica, mentre a destra la facciata è fiancheggiata dal piccolo battistero. Internamente tre navate con colonne in marmo con capitelli ionici e il soffitto a cassettoni lignei. Il coro è sottolineato da un’abside semicircolare. Sul lato del transetto si trova una cappella dedicata a San Cetteo, con un suo busto in argento.

Dall’altra parte, il transetto si conclude con la tomba di Luisa De Benedictis, madre di Gabriele D’Annunzio, alla quale Arrigo Minerbi ha dedicato il monumento funebre. Si tratta di un’arca sormontata dalla figura di una giovane donna addormentata. All’interno della chiesa si trovano varie effigi di santi e anche un dipinto attribuito al Guercino e intitolato San Francesco in adorazione del crocifisso.

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