La favola nera di Leonarda Cianciulli: la saponificatrice di Correggio

Se leggiamo il nome di Leonarda Vincenza Giuseppa Cinaciulli, non ci dice niente; ma se leggiamo la Saponificatrice di Correggio a tutti noi scatta qualcosa nella memoria perché in uno modo dell’altro l’abbiamo sentita nominare. Chi ha letto qualcosa, a chi è stato raccontato o semplicemente li è giunta voce.

Protagonista di una favola nera, sconvolse l’opinione pubblica alla metà del Novecento. Donna enigmatica e criminale fu accusata di aver ucciso tre donne con cui poi avrebbe fatto del sapone.

La giovinezza

Sull’infanzia e la giovinezza di Leonarda non abbiamo notizie certe, quello che sappiamo è stato ricavato dal suo memoriale scritto durante la detenzione in manicomio, Confessioni di un’anima amareggiata.  Secondo tale testimonianza, è nata nel 1894 da Mariano Cianciulli, allevatore di bestiame e Serafina, la quale aveva spostato il padre di Leonarda in seconde nozze. Dai suoi sei fratelli, era soprannominata Nardina o Norina; secondo il memoriale, ebbe un’infanzia problematica e difficile, infatti fu affetta da numerosi attacchi di epilessia.

All’età di ventitré anni, nel 1917, sposa Raffaele Pansardi, mettendosi in contrasto con il resto della famiglia che non approvava la loro unione. Sembra, infatti, che il giorno delle nozze la madre l’abbia maledetta. Tale episodio influenzò moltissimo la psiche di Leonarda, la donna infatti credette che fosse maledetta per tutta la vita.

Con il marito si trasferisce dal piccolo paese di nascita Montella (provincia di Avellino) a Lauria (Potenza), luogo di origine del marito, e infine la coppia si stabilisce a Lacedonia.

Il trasferimento a Correggio

La loro vita procede tranquilla fino al terremoto delle Vulture del 1930 che li costrinse a rifugiarsi in Correggio (Emilia) dove il marito aveva ottenuto un impiego presso l’ufficio del registro della città. Con l’arrivo dei figli, la famiglia andava avanti, nonostante il lavoro del marito, a stenti. Leonarda cercava di contribuire al bilancio della famiglia, vendendo ogni genere di beni comprese dolci e torte.

Leonarda Cianciulli da giovane. Wikipedia

Apparentemente la vita dei coniugi Pansardi sembra una vita normale di ogni famiglia italiana a cavallo delle due guerre mondiali e come ogni donna dell’epoca ha dovuto affrontare il dolore della perdita di figli, infatti tra aborti e bambini nati morti Leonarda ebbe tredici gravidanza.

Nei paesi in cui visse con il marito, la fama della donna non fu mai benevola; considerata misteriosa ed eccentrica, solo negli anni del Fascismo la nomea migliorò e dalla vox populi iniziò a essere considerata una madre devota e una donna da imitare.

Con l’avvento della Seconda guerra mondiale la donna cadde in un profondo sconforto poiché aveva il timore che i tre figli, esclusa ovviamente la femmina, fossero chiamati al fronte. In seguito, complice l’abbandono del marito, la sua psiche crollò. I tre omicidio risalgono, infatti, a questi anni (1939-1941).

Il caso giudiziario

Il caso giudiziario scoppiò nel 1940, quando la cognata di Virginia Cacioppo denunciò la sua scomparsa, non avendo notizie della donna da molto tempo. Il questore di Reggio Emilia incaricò il commissario Serrao per condurre le indagini, le quali si rivolsero quasi subito a Leonarda.

Gli inquirenti sospettarono di Leonarda poiché era in buoni rapporti con la Cacioppo. Inoltre gli investigatori, seguendo le tracce dei buoni del tesoro, scoprirono dal parroco di Correggio che erano stati dati in pegno dalla stessa Leonarda. E così la donna, fermata per la scomparsa di Virginia, confessò non solo il suo omicidio, ma altri due: quelli di Faustina Setti e Francesca Soavi.

Leonarda e il figlio durante il processo. Wikipedia.

La prima vittima, Faustina Setti, attirata da Leonarda con la scusa di un matrimonio combinato a Pola. Faustina doveva recarsi lì per sposarsi, ma prima di partire essa doveva firmare una delega con la quale autorizzava Leonarda ad amministrare i suoi beni ma Faustina non riuscì mai a partire. La colpì a morte con l’ascia e la sciolse poi nella soda caustica da Leonarda.

Alla seconda vittima, Francesca Soavi, Leonarda aveva promesso un nuovo lavoro presso il collegio femminile di Piacenza. Come la precedente vittima, Leonarda la uccise a colpi d’ascia e la derubò dei suoi beni e ori.

Infine nel 1940, il 30 novembre, Leonarda attirò con la consueta scusa di un nuovo lavoro la soprana Virginia Caciuppo e, come per le altre, anche lei andò incontro alla macabra sorte riservata alle due precedenti.

Il processo

Nel 1940, qualche mese dopo la sua confessione, fu arrestata. Il processo, però, non iniziò prima del 1946, al termine della guerra. Insieme a lei processarono anche il figlio Giuseppe, accusato di complicità.

Alla fine del processo, la condannarono a 30 anni di carcere più tre anni di ione presso l’ospedale psichiatrico, da cui non uscirà più. Morirà all’ospedale psichiatrico di  Aversa nel 1970. Scagionarono invece il figlio per insufficienza di prove.

Immagini presente nella cartella clinica presso l’ospedale psichiatrico di Aversa. Wikipedia

I dubbi sulla saponificazione sono tutt’oggi ancora molti. Secondo alcuni, Leonarda non si sbarazzò dei corpi delle vittime in questo modo ma grazie all’aiuto di suo figlio, per evitare però il suo coinvolgimento, Leonarda dichiarò questo. Nella realtà dei fatti si trattò di omicidi a scopo di rapina, ma le macabre leggende che circolarono intorno a Leonarda, contribuirono a rendere il suo caso unico.

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