La Cappella degli Scrovegni di Padova capolavoro della pittura del Trecento italiano

Cappella degli Scrovegni
La Cappella degli Scrovegni di Padova è uno dei capolavori della pittura del Trecento italiano ed europeo.
E’ considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato da Giotto nella sua maturità.

Enrico degli Scrovegni, (figlio dell’usuraio Rinaldo degli Scrovegni, messo da Dante nell’Inferno) è stato un banchiere, politico e mecenate italiano. Incaricò Giotto ad affrescarla tra il 1303 e il 1305. La Cappella è intitolata a Santa Maria della Carità.

La Cappella gli permise di rafforzare l’amicizia con la Chiesa, e consolidò i legami con la nobiltà sposando la sorella di Ubertino da Carrara e, in seconde nozze, la figlia di Francesco d’Este, Iacobina. Il racconto pittorico che propone l’artista ricopre interamente le pareti con le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella facciata opposta è dipinto il grandioso Giudizio Universale, per la salvezza umana.

Il ciclo narrativo è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna, gli episodi della vita di Maria e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù. La cappella presenta un’architettura molto semplice: un’aula rettangolare con volta a botte, un’elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla parete sud, un’abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria.

La Cappella, per il ciclo di affreschi realizzato da Giotto, è uno dei principali luoghi di interesse culturale della città di Padova. La Capella è piccola chiesa dalle linee architettoniche semplici, sorge contigua ai resti dell’antica arena romana. Sugli affreschi c’è un continuo monitoraggio conservativo. Nel 1880, la Cappella è stata acquisita dalla città di Padova.

La Cappella degli Scrovegni

La costruzione di una nuova area di accesso e l’installazione di un impianto di trattamento dell’aria, permette di gestire il flusso dei visitatori in modo tale da non pregiudicare la conservazione degli affreschi. Vi sono poi strumenti informatici messi a disposizione (immagini, suoni, testi parlati, ricostruzioni reali e virtuali) con sette postazioni multimediali dove il visitatore viene conoscenza degli affreschi e del contesto storico artistico in cui Giotto ha operato.

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