Delta Plus: cosa sappiamo dell’ultima mutazione del COVID-19

Stanno circolando in questi giorni sui principali quotidiani italiani notizie piuttosto allarmanti sulla nuova variante del COVID-19 AY.4.2, meglio conosciuta come Delta Plus o Indiana.

Vediamo di capire meglio di cosa si tratta e se la situazione è davvero così preoccupante come ci fanno intendere i media.

La prima cosa da fare è cercare una fonte autorevole, cosa non sempre facile a chi non sa come va fatta una seria ricerca delle fonti scientifiche.

Cosa dicono gli esperti

Ci affidiamo, allora, alla Dr.ssa Kristin Englund, infettivologa del Dipartimento di Malattie Infettive del Cleveland Clinic Main Campus dopo un’attenta valutazione di curriculum e pubblicazioni.

In una intervista apparsa su Cleveland Clinic, la Dr.ssa Englund invita innanzi tutto alla calma, poiché l’impatto della mutazione non è ancora chiaro.

Veniamo anche a scoprire che la variante è nota da luglio ed è già presente in diversi Paesi.

La maggior parte dei casi si sono registrati in Gran Bretagna, anche se siamo ancora ad una percentuale del 6% sul totale delle infezioni.

Negli USA, solo l’1% dei casi è riconducibile al virus mutato.

In Danimarca è comparsa, ma poi è praticamente sparita.

La variante indiana possiede tre mutazioni, due delle quali sono sull’ormai famosa proteina spike, il rostro usato dal virus per attaccarsi ai recettori ACE2 delle cellule dei polmoni (e non solo quelle).

Anche se le mutazioni possono indurre resistenza ai vaccini, non c’è alcuna evidenza che la Delta Plus sia in grado di eludere la protezione vaccinale.

Nel caso della variante AY 4.2, non c’è alcuna dato a favore di  una sua maggiore aggressività e ad oggi non si ritiene che essa possa causare un aggravamento della malattia.

Le mutazioni sono una caratteristica dei virus; ci sono migliaia di varianti Covid nel mondo e non ci si deve sorprendere di vedere emergere nuove versioni.

In ogni caso, precauzioni basilari e vaccinazione sono le armi per arginare la diffusione delle mutazioni.

Ovviamente sarà necessario monitorare continuamente la situazione e non abbassare mai la guardia.

Sembra comunque totalmente infondato l’allarme lanciato dai media italiani riguardante un’aggressività della variante Delta Plus addirittura cinquanta volte più forte della variante Delta.

L’intervista integrale della Dr.ssa Englund

 

 

 

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