Tomba Brion, a San Vito di Altivole, Treviso, un luogo dell’anima

Tomba Brio, Carlo Scarpa
Tomba Brion, a San Vito di Altivole, Treviso, un luogo dell’anima
Capolavoro dell’architetto veneziano Carlo Scarpa

A San Vito di Altivole, in provincia di Treviso, dove la campagna veneta tocca i piedi delle Alpi, si trova un complesso monumentale di arte funeraria dall’incredibile bellezza: la Tomba Brion realizzata dall’architetto-designer Carlo Scarpa, nel 1978.

Commissionata a Scarpa dalla vedova Onorina Brion Tomasin dopo la morte improvvisa dell’amato coniuge Giuseppe Brion (il produttore delle televisioni Brionvega e altri oggetti di design). Difficile descrivere a parole questo spazio. E’ un luogo di meditazione.

L’architettura di Scarpa abbraccia il cimitero del paese rappresentando un sentiero di commemorazione, silenzio e riflessione. L’area monumentale Brion è ariosa, con ampie aiuole e grandi vasche d’acqua che ammorbidiscono l’assoluto uso del cemento armato.

L’accesso principale al complesso si trova all’interno del cimitero di San Vito, attraverso un portale pensato da Scarpa come un propileo. Al centro, va in scena l’amore: l’arca aperta ai lati con i sarcofagi dei due coniugi inclinati l’uno verso l’altro. Qui l’architettura entra in relazione con lo spazio circostante e vi dialoga attraverso diversi elementi: l’acqua, simbolo di vita; la luce, emblema di spiritualità nel mondo orientale e di razionalità nel mondo occidentale, delinea e segna percorsi architettonici differenti nelle diverse ore del giorno.

L’opera, considerata summa e testamento del lavoro artistico di Scarpa, rappresenta la sintesi tra le varie esperienze del maestro nel trattare sapientemente il cemento armato nudo unito ad altri materiali: l’acciaio e preziosi intarsi ceramici, miscelato alla filosofia Zen e all’arte Giapponese.

Non si può capire Scarpa se non si capisce Venezia, la sua città natale. Città del frammento, del pittoresco, dell’ornamento, dell’acqua, delle dissonanze, delle fratture, delle pietre preziose, degli scrigni. Appunto Carlo Scarpa, che volle essere sepolto anch’esso in questo spazio metafisico.

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