1541, la tragica spedizione della cannella

La cannella è un estratto che si ottiene dall’albero di cinnamomo, originario dello Sri Lanka.

Grazie ad Amerigo Vespucci già nel 1501, si era giunti alla conclusione, che era stato scoperto un nuovo continente e non una propaggine dell’Asia. Nonostante questo, vi era ancora molto tempo dopo la convinzione di poter trovare nel Nuovo Mondo, gli stessi preziosi tesori dell’Oriente. Tra questi le spezie.

Le spezie all’epoca valevano a peso d’oro. Ed è per questo che nel 1541, Gonzalo Pizzarro, fratello minore del più famoso Francisco, organizzò una spedizione volta a raggiungere “La Canela”. Il mitico paese della cannella, un luogo dove le piantagioni di questa spezia rappresentavano un aromatico El Dorado.

La spedizione ad Est delle Ande

Gonzalo guidò la spedizione ad Est di Quito con il supporto di Francisco de Orellana. Nonostante come detto la cannella sia una spezia originaria dell’Asia, non è ben chiaro come sia scaturita la convinzione di trovare alberi di cinnamomo in America. Eppure per affrontare un viaggio talmente pericoloso, dovevano pur essere pervenute delle prove.

Sembrerebbe che il tutto abbia avuto origine dal manoscritto di Pedro Cieza de León, il quale raccontava di come l’esploratore Gonzalo Díaz de Pineda avesse trovato alberi della cannella al di là delle Ande. Secondo informazioni raccolte dagli indigeni locali, più ad est vi sarebbero state grandi piantagioni, talmente immense da rendere ricchi come re, chi se ne fosse appropriato.

La spedizione di Pizzarro era forte di 220 soldati spagnoli e circa 4000 nativi, che partirono da Quito nel febbraio del 1541. Orellana, secondo in comando, fu incaricato di recarsi a Guayaquil per reclutare altri uomini e partì per la spedizione un mese dopo con soli 23 uomini, ma molti cavalli.

I due contingenti tuttavia, riuscirono a riunirsi nel mese di marzo della valle dello Zumaco, marciando assieme verso le Ande.

Un’amara sconfitta

Gli spagnoli seguirono i corsi dei fiumi Napo e Coca, subendo pesanti perdite a causa degli indigeni ostili e delle malattie. Inoltre le provviste cominciarono a scarseggiare. Circa un anno dopo erano morti 140 spagnoli e oltre 3000 nativi.

Pizzarro decise allora di incaricare Orellana di tornare indietro con 50 uomini per cercare degli approvvigionamenti. Nel febbraio del 1542 venne costruita una imbarcazione con la quale gli spagnoli di Orellana avrebbero navigato il corso del Rio Napo.

Gonzalo attese invano il ritorno del suo luogotenente che per un errore di rotta risalì il Rio delle Amazzoni fino al delta. Curiosità vuole che il nome del fiume sia stato dato proprio da Orellana in onore alle antiche Amazzoni greche. Lo spagnolo infatti venne attaccato da una tribù di donne guerriere.

Gonzalo tornò a Quito a piedi, due anni dopo la sua partenza. La missione fu un fallimento. Una disfatta che costò caro in termini economici ed in vite umane.

 

 

 

 

 

 

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