Ultima epidemia di colera in Italia nel 1973

Giuseppe Belli, poeta dialettale romano, lo definì er collera moribbus. Forse, fu la causa della morte di Giacomo Leopardi, stiamo parlando del colera.

Il colera è una malattia epidemica contagiosa, provocata dal Vibro Cholerae (detto anche semplicemente vibrone). Si tratta di un’infiammazione acuta ed endemica dell’intestino tenue che provoca scariche diarroiche, vomito e crampi intestinali. Se non curata in tempo, può provocare una forte disidratazione che può condurre alla morte.

Il colera, a nostro malgrado, provocò diverse epidemie in Italia: 1835-37, 1849, 1854-55,1865-67,1884-86, 1893. L’ultima fu negli anni ’70 in Campania.

I primi contagi

Siamo alla metà dell’agosto del 1973 quando si fecero più frequenti i casi di gastroenterite acuta. Alla fine di agosto,  le persone afflitte da mal di stomaco e influenze gastrointestinali erano numerose. Il 29 agosto a Torre del greco (provincia di Napoli) morirono due donne in un intervallo molto breve, il che fece sorgere il dubbio che si trattasse del temibile Vibro Cholerae. Il mattino dopo, i giornali nazionali parlarono, infatti, di epidemia di colera. Lo stato, con l’aiuto dell’esercito, organizzò immediatamente una disinfezione della città. Al contempo fu necessario però individuare l’origine dell’infezione.

Dapprima identificarono la causa nel pescato locale. I sospetti si rivolsero soprattutto verso le cozze e i frutti di mare, così che furono sequestrati i lotti dei pescatori campani. Tale atto provocò un’accesa protesta e mandò in ginocchio l’economia locale. I telegiornali ripresero molti di essi intenti a mangiare i frutti di mare in segno di ribellione contro la decisione del governo di sequestrarli e proibirne l’uso alimentare. In seguito, fu scoperto che l’untrice della pandemia erano realmente la cozza e i frutti di mare, ma non quelli raccolti dai pescatori del luogo, ma da un lotto arrivato dalla Tunisia. Questa partita di frutti di mare scatenò il contagio, tanto che l’infezione non si diffuse solo in Campania, ma anche in Puglia (Bari e Foggia in particolare), a Roma, a Pescara e a Milano.

L’epidemia si concluse in tempi relativamente brevi, grazie alla straordinaria collaborazione dei cittadini campani che, nonostante la preoccupazione e la paura, aderirono in gran numero alla vaccinazione. I sanitari diagnosticarono l’ultimo caso il 19 settembre in coincidenza con la festa di San Gennaro. In quest’occasione non accade, però, il miracolo della liquefazione del sangue del santo.

Quello che resta di quest’ultima epidemia colerica nel nostro paese è la massima collaborazione di tutti gli abitanti che seppero superarla in tempi relativamente brevi.

 

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