Il ritiro dello scrittore Giampaolo Rugarli a Olevano romano

Olevano romano è tra i borghi più pittoreschi della valle Aniene. Regala scenografici panorami e atmosfere surreali. Avendo un “romantico” patrimonio naturalistico, ha ispirato numerosi artisti che venivano in questo bellissimo borgo per dipingere i suoi paesaggi.

La sua bellezza naturalistica si accompagna a una quiete surreale che favorì la creatività, non solo di pittori e artisti, bensì anche di poeti e scrittori che trovarono la giusta pace per comporre le loro opere. Ultimo, ma non ultimo, che decise di ritirarsi qui, fu lo scrittore Giampaolo Rugarli.

Accenni biografici

Nato a Napoli il 5 dicembre del 1932 da Marco e Rubina, padre emiliano e madre lucana, allo scoppio della seconda guerra mondiale con la famiglia si rifugiò a Milano. Laureatesi in Giurisprudenza, si dedicò alla carriera economica e al contempo a quella di scrittore. La scrittura fu da sempre la sua grande passione, nonostante la laurea in legge. Seguì, però, la carriera di bancario, arrivando a ricoprire il ruolo di direttore in vari istituti bancari del Nord. Trasferito a Roma, svolse ruoli sempre più impegnati e di responsabilità nel mondo economico.

Uomo schietto e sincero, dopo il suo rientro a Milano, ravviserà numerose irregolarità e così lascia la carriera di bancario per dedicarsi a quella di studioso, fondando “La rivista milanese di Economia”.

Superlativo assoluto e La Troga

Nel 1985 lascerà il mondo dell’economia per impegnarsi esclusivamente in quello letterario. Il suo esordio avvenne quando aveva cinquantacinque anni, nel 1987, con il romanzo Superlativo assoluto, la storia di una scrittrice esordiente alle prese per la prima volta con il mondo editoriale, dove dovrà fronteggiare un editore perfido e autoritario. Rugarli non temeva di turbare l’opinione pubblica, mostrando un punto di vista originale e non consueto. Riusciva ad affrontare temi molto ostici con una certa leggerezza, ma mai con superficialità.

I suoi romanzi sono stati tradotti in varie lingue e lo stesso Leonardo Sciascia lodò con enfasi La troga, il suo secondo romanzo. Uscito nel 1988, è stato considerato da molti il più originale e avvincente romanzo degli ultimi trent’anni. Diviso in tre atti, è per molti un cult letterario, dove i protagonisti sono classificati in vivi e morti. La struttura è quella teatrale, infatti, ha un prologo e un epilogo. È la metafora dell’Italia di trenta anni fa. Rugarli racconta gli scandali del nostro paese attraverso un’indagine per omicidio, ed è quindi un romanzo, dove ci sono tutti gli elementi italiani di quel momento storico.

Narratore schivo e surreale, era un attento osservatore della società a lui contemporanea, amante ogni oltre modo del paese di Olevano, al quale dedicherà un’interessante pubblicazione dal titolo Olevano, la patria romantica: un excursus artistico e letterario, dove ripercorrerà i soggiorni degli artisti ottocenteschi che hanno preso ispirazione da questo incantevole borgo. Morirà a Olevano nel 2014.

Nel 2016, in suo ricordo e per la grande importanza che ebbe in letteratura, è stato istituito il premio Rugarli.

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