450 anni dalla battaglia di Lepanto. Segnò davvero la fine della potenza ottomana nel Mediterraneo?

Oggi, quattrocentocinquanta anni fa, si svolgeva una delle battaglie più importanti nella storia del Mediterraneo. Era il 7 ottobre del 1571 quando si scontrarono la flotta dell’impero ottomano e quella dei paesi cristiani nella nota battaglia di Lepanto, tra le più sanguinose fra quelle navali.

Il Mar Mediterraneo è sempre stato considerato un crocevia importante per l’economia dei vari stati, punto chiave per i traffici commerciali. Da anni però l’impero ottomano con la sua flotta imperversava, minacciando le coste italiane e quelle spagnole, cercando di impadronirsi delle rotte per ampliare la propria influenza economica. Era dunque diventato una temibile potenza mediterranea, poiché, non solo aveva una numerosa flotta, ma poteva contare anche sull’appoggio del dominio di Algeri.

A questo gli stati cristiani mediterranei cercarono di rispondere, opponendo i possedimenti veneziani come Corfù, Creta e Cipro, ma questo valse a poco. Già nel 1541 Filippo II, re di Spagna, aveva provato invano a sottrarre Algeri al possesso turco. La risposta del sultano Solimano fu l’assedio di Malta. Quest’azione comportò l’inasprirsi delle ostilità. Il successore di Solimano, Selim II, preparò nel 1570 una massiccia spedizione contro l’isola di Cipro, la quale era, da quasi un secolo, un possesso veneziano. Non si trattava solo di un mero dominio, per i veneziani era l’isola dello zucchero, del sale e del cotone. Dunque la potenza lagunare non poteva certo permettere di perderla. Tuttavia Selim II e le sue truppe riuscirono a far cadere in tempi brevi Nicosia (luglio 1570) e Famagosta (agosto 1571).

Con tali conquiste fu chiaro, e non solo a Venezia, che controllare e gestire la potenza dell’impero ottomano, ognuno indipendente dall’altro, fosse quasi impossibile. Così il 20 maggio del 1571 fu creata, per iniziativa di Papa Pio V, la Lega santa, ossia l’unione delle forze pontificie, spagnole, veneziane, genovesi, del ducato di Savoia, di quello di Urbino, di quello Parma, di quello di Ferrara, di quello di Mantova e del Granducato di Toscana. Si rifiutò invece di parteciparvi il re di Francia, il quale aveva instaurato ottimi rapporti con gli ottomani.

La battaglia

La lega Santa si mise sulla rotta di Cipro, ma la città di Famagosta era già caduta in mano nemica, a questo punto la guerra era aperta e alle due potenze non restò altro che cercarsi. Alle nove del mattino del 7 ottobre del 1571 s’incontrarono, dando inizio a una delle battaglie più cruente del Mediterraneo.

Secondo la ione storica, la battaglia di Lepanto detiene almeno due record in negativo: fu, infatti, il più affollato scontro militare. Si stima che parteciparono 230 navi turche e 208 navi cristiane. Inoltre il numero dei morti fu impressionante da entrambi le parti (30.000 morti per le forze ottomane, 8000 per quelle cristiane).

Battaglia di Lepanto, Antonio Brugada, XIX secolo. Wikipedia

Le navi utilizzate, secondo le fonti militari dell’epoca, furono soprattutto le galere; imbarcazioni abbastanza grandi e rapide in manovra, mosse dalla forza dei remi. La novità, che fece però la differenza, fu l’uso dei cannoni e, con il senno di poi, questo fece la differenza nello scontro.

Gli scontri navali fra galere avevano un iter ben preciso: il primo impatto fra le due flotte era lo scontro con i cannoni, solo dopo essersi affrontati così, cominciavano a manovrarle per arrivare al contatto diretto, l’ultimo atto era quindi quello dell’arrembaggio. Lo scontro si concludeva con un battaglia, per così dire, terrestre, sebbene si svolgesse sul ponte di una nave. Seguirono questo iter, quasi alla lettera, anche a Lepanto, tranne che per un “piccolo” dettaglio. La flotta veneziana aveva un asso nella manica. Oltre ad avere le consuete galere, nella sua flotta erano presenti sei galeazze, navi molto più rigide in manovra, ma enormemente più grandi e che, quindi, potevano trasportare una quantità di cannoni maggiore rispetto alle galere. Questo fece sì che l’impero ottomano ne uscisse sconfitto.

Incrinò davvero la potenza nel Mediterraneo dell’impero ottomano?

A lungo la memoria storica ha portato con sé l’idea che questa battaglia portò alla fine del dominio ottomano nel Mediterraneo o addirittura che avesse incrinato la fine di questa grande potenza. In realtà i fatti ci dimostrano altro. Non fu risolutiva in questi termini, basti pensare che le navi cristiane tornarono nel 1572 in mare alla ricerca della rimanente flotta nemica, ma che una volta trovata, non l’attaccarono e così Venezia iniziò una trattativa segreta commerciale con essi, arrivando addirittura a rinunciare a Cipro pur di stabilire vantaggiosi accordi economici. Il sogno della potenza ottomano non fu infranto, piuttosto fu cristallizzata una situazione di status quo che durò molto a lungo.  A livello però psicologico e di morale, costituì per le truppe cristiane un importante risultato poichè fu la prima grande vittoria contro l’impero ottomano.

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