Piglio, l’uscita delle suore adoratrici del Preziosissimo Sangue

L’uscita delle suore adoratrici del Preziosissimo Sangue da Piglio fu una grave perdita.
Nel 1848, un anno prima che passasse a Piglio Giuseppe Garibaldì in difesa della repubblica romana aggradita dal prete e dallo straniero (così come riportato nella marmorea lapide della “Giravota”), si insediò a Piglio l’Ordine religioso delle suore adoratrici del Preziosissimo Sangue, che nel corso di lunghi decenni operò proficuamente per il bene della popolazione seguendo i bambini pigliesi nella loro crescita morale e religiosa fino al settembre 1994 allorquando la Madre Superiora dell’Ordine richiamò nella casa di Acuto le due consorelle suor Maria Concetta e suor Maria Luongo.
La mancanza delle vocazioni imponeva alle due consorelle altre incombenze.
E pensare che il prof. Loris Corbi ex presidente delle condotte ed acqua e figlio della nostra terra, donò nel 1964 un asilo infantile intitolato alla memoria dei genitori “Giuseppe ed Elvira Corbi” con l’impegno che alla sua direzione e conduzione dovessero sopraintendere le religiose dell’unico ordine presente a Piglio, cioè quello delle suore adoratrici del Preziosissimo Sangue.
Fra l’altro, per le suore fu l’occasione di avere, per la prima volta, una sede degna e confortevole dopo aver trascorso lunghi anni in abitazioni poco adatte e disagevoli.
Ricordo con piacere la singolare iniziativa di suor Maria Concetta, insegnante da diversi anni presso la scuola materna, che per i festeggiamenti in onore della Madonna delle Rose del 2 giugno 1991 oltre ad allestire tre stupendi altarini lungo il percorso della processione confezionò ben tremila rose di carta colorata recante ciascuna uno di questi tre messaggi:
Seguitemi nell’umiltà con un culto spirituale”;
“Aiutatemi a salvare il mondo con il culto della Croce”;
“Onoratemi offrendo ai poveri non la vostra vanità ma voi stessi”.
I fiori, frutto della privazione di ore di sonno per ben due mesi, furono offerti a tutti  i pigliesi come ricordo della festa.
Suor Maria Concetta, figlia della Beata Maria De Mattias, con quelle rose di carta colorata aveva mostrato di saper ben conoscere la dottrina della fede cristiana che deve essere vissuta interiormente e testimoniata con opere di carità verso tutti e soprattutto verso i poveri ed i bisognosi, attraverso l’offerta che il cristiano fa di se stesso secondo l’insegnamento e l’esempio di Gesù.
Giorgio Alessandro Pacetti
 

Condividi