La vespa mandarinia, il calabrone che uccide con una sola puntura

Il calabrone gigante asiatico, chiamato comunemente Vespa Mandarinia, è il più grande del mondo. Questo insetto, classificato nel 1851, è indigeno dell’Asia orientale temperata e tropicale.

Il corpo lungo fino a 45 mm, può avere un’apertura alare di 75 mm ed un pungiglione lungo fino a 6 mm. Arma di difesa che usa per iniettare grandi quantità di veleno che contiene un peptide citolitico, che può danneggiare i tessuti con un’azione di fosfolipasi. in aggiunta alla sua propria intrinseca fosfolipasi. Un soggetto allergico può morire nell’arco di pochi minuti, ma poche punture multiple possono uccidere anche un soggetto sano. Il veleno contiene una neurotossina chiamata mandaratossina. Masato Ono, un entomologo della Tamagawa University, descrisse una puntura ricevuta “come un chiodo rovente conficcato nella gamba”.

il veleno contiene circa otto distinti componenti: alcuni danneggiano i tessuti, alcuni causano dolore e almeno uno ha un odore che attrae più calabroni sulla vittima. Le tossine sono così potenti da poter sciogliere i tessuti umani. Come tutti i calabroni, la vespa mandarinia ha un pungiglione privo di barbiglio. Questo le permette così di pungere ripetutamente senza morire. In Giappone sono 50, le persone che ogni anno, muoiono a causa delle punture di questo terribile calabrone.

Distribuzione e predazione

La Vespa Mandarinia, oltre al Giappone, è diffusa in Cina, Corea, Taiwan, Nepal, Sri Lanka, Indocina, India. In Europa non ci sono stati avvistamenti, mentre negli Stati Uniti di recente è stato avvistato. Il calabrone predilige ambienti collinari e foreste, evitando montagne o pianure.

Essendo carnivoro, il calabrone asiatico caccia altri insetti, tra cui le api. In particolare, se si trova nella fase riproduttiva, necessitando di un apporto maggiore di proteine per nutrire le larve, può attaccare e distruggere interi alveari. Dopo aver ucciso tutte le api, le vespe operaie rapiscono le pupe o le larve, portandole al nido come riserva di cibo. I calabroni adulti avendo la congiunzionetra torace e addome troppo stretta per ingerire cibo liquido, masticano le prede riducendole in poltiglia e offrendole alle larve, queste producono in cambio un liquido chiaro, la miscela aminoacida di vespa, che poi gli adulti consumano. In caso di assenza di larve, le vespe bottinano i fiori, oppure qualsiasi altro liquido zuccherino. Sono molti infatti i casi di persone punte, dopo aver bevuto da una lattina, una bibita lasciata “dimenticata”, il tempo necessario che il calabrone entrasseall’interno.

Le api giapponesi, della sottospecie Apis Cerana Japonica, hanno sviluppato un metodo incredibile per combattere il calabrone. Se una vespa localizza il nido, le api la fanno avvicinare, poi la ricoprono completamente con i loro corpi, producendo calore mediante i muscoli alari e arrostendo e asfissiando il calabrone. Le api europee, non essendosi evolute nell’ambiente naturale del calabrone gigante, non hanno sviluppato questa tecnica. Ogni anno sono moltissime migliaia gli alveari distrutti dalla predazione della Vespa Mandarinia.

Ciclo Vitale della Vespa Mandarina

Come tutti gli altri vespidi, la Vespa Mandarinia ha una regina, che si sveglia in primavera e fonda un nido. Il nido viene allestito nelle cavità del sottosuolo o nel legno marcio. Ad aprile inizia il ciclo vitale, la regina passa varie settimane a nutrirsi con le secrezioni zuccherine nelle lesioni della corteccia di alcuni alberi, come le querce, attendendo la maturazione degli ovari. A giugno viene sviluppata la creazione di un peduncolo al quale sono fissate un gran numero di celle esagonali rivolte verso il basso. Ogni cella ospita un uovo, che diverrà larva.

La regina nutre la prole con la pappa ricavata dalla predazione di altri insetti, in cambio la larva secerne una sostanza zuccherina ricca di amminoacidi. Questo darà forza alla regina per compiere nuove battute di caccia. La maturazione della larva avviene nell’arco di un mese. In una settimana da pupa muta in operaia. Già da luglio inizia la colonia, a questo punto il compito della regina sarà solo quello di istruire le operaie sulla gestione del nido e la caccia. Dopodichè la regina si limiterà a produrre uova per altri 10 giorni, cessando infine ogni attività.

Ad inizio agosto, una colonia può arrivare a contare circa un centinaio di operaie per poco più di un migliaio di cellette. La colonia però cresce e il nido può raggiungere le dimensioni e la forma di una sfera anche di 60 cm di diametro. Il nido viene ricoperto da strati impermeabili che fungono da muri termici con cui si isola il calore.

Tra agosto e settembre, la colonia può contare in media 300 operaie ed un numero considerevole di cellette. L’appetito delle larve, costringe le vespe ad ampliare l’area di caccia. Ogni giorno, ci sono numerose operaie che nascono e sempre più larve da sfamare. Una colonia matura può diventare estremamente pericolosa, in quanto si avvia al declino.

I primi esemplari maschi, che garantiranno il futuro della specie nascono a metà settembre. A metà ottobre nascono invece esemplari fertilidi grandi dimensioni, che diventeranno regine l’anno successivo.

La fine della colonia ed un nuovo inizio

Alla fine di  ottobre la regina muore. Si pensa siano le operaie stesse ad ucciderla appena essa diventa incapace di produrre i feromoni che indicano alla colonia che solo lei è in grado di riprodursi. Questo comporta lo scioglimento delle gerarchie. Le operaie che moiono per cause naturali, non avendo ricambio generazionale, sono incapaci di provvedere alle larve. Quest’ultime muoiono di inedia, creando un odore di putrefazione, preludio della imminente estinzione della colonia.

Alle operaie anziane, non resta che vagabondare in cerca di cibo attendendo la morte. Le nuove regine e i maschi, intanto, si colorano di un arancione carico per via dei carotenoidi sintetizzati in gran quantità nella cuticola. I maschi sorvegliano l’uscita del nido, catturando ogni regina che esce per provare ad accoppiarsi con essa.

Le regine non compiono alcun volo di orientamento, per cui non appena si accoppiano, prendono il volo e non tornano mai più al nido originale. In ogni caso inutilizzabile, essendo divenuto un cimitero. Circa la metà delle regine è sterile, quindi non riuscirà nell’accoppiamento. Si sveglieranno dall’ibernazione a primavera, morendo poi in estate.

 

 

 

 

 

Condividi