Il dialetto roiatese nell’opera di Giacomo Orlandi

Un patrimonio da tramandare e conservare

L’importanza culturale del dialetto

L’importanza culturale del dialetto è sancita dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Immateriale dell’Unesco, sottoscritta a Parigi nel 2003. Essendo trasmessi di generazione in generazione per di più oralmente e sottoposti ad una continua evoluzione, l’Unesco ha sottolineato, attraverso l’Atlas of the World’s languages in danger, il rischio di alcuni dialetti di estinguersi. Si fa sempre più necessaria l’esigenza dunque di mettere per iscritto e tramandare vocaboli, proverbi, luoghi e modi di dire. Il dialetto è infatti la lingua dell’istinto e del sentimento che permette di esprimere valori e ricordi e di mantenere dunque la memoria storica, che altrimenti cadrebbe nell’oblio.

Il dialetto di Roiate

Ed è proprio quello che ha realizzato Giacomo Orlandi, nativo di Roiate, col suo volume Il dialetto di Roiate, pubblicato per la prima volta nel 1980. La seconda e la terza edizione hanno invece visto la luce rispettivamente nel 1989 e nel 2000.
Il volume comprende, oltre alla lista dei vocaboli ed una sezione dedicata alla fonologia e morfologia, un’interessante antologia di “cantilene, filastrocche, storielle, proverbi, modi di dire”.
Dall’assidua ricerca lessicale ed etimologica di più di duemila vocaboli, emergono tra i numerosi “tematismi” quello della ruralità, dei mestieri, dei culti, della tradizione culinaria e dei giochi. A questi ultimi due sono dedicate due sezioni a parte.
Nella pubblicazione trovano posto anche una dettagliata lista di toponimi, rigorosamente suddivisa per zone, utile a ricostruire la storia dei luoghi caratteristici del paese e circa centocinquanta soprannomi.
Essendo l’autore un sacerdote, dedica parte dell’antologia alla trascrizione di preghiere come il Padre Nostro e l’Ave Maria, sottolineando come il lessico in latino venisse completamente travisato e mescolato a termini dialettali dai fedeli.

L’importanza dell’opera

L’importanza dell’opera consiste nel fatto che l’autore, nonostante il titolo, non si limita allo studio del solo dialetto roiatese, ma attraverso il confronto con i dialetti dei centri limitrofi, fa emergere il carattere conservativo della lingua reso possibile da secoli di isolamento dalle vie di comunicazione. Questo fattore ha determinato il costituirsi di “rigide regole grammaticali, le forme costanti delle finali dei nomi maschili, le leggi sulla metafonesi e sulla trasformazione dei nessi latini”, come riporta l’autore.
Il volume rappresenta dunque la base scientifica per l’indagine su altri dialetti dell’area laziale. L’Orlandi è autore infatti anche de I dialetti della Valle dell’Aniene. Diversità etimologica, pubblicato nel 1992, risultato di uno studio linguistico di venticinque paesi dell’Alta Valle dell’Aniene, dalle sorgenti del fiume fino a Roviano e raffronti con altri cinque centri della Valle del Sacco.

 

 

 

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