A Roiate nella Chiesetta tra le rocce

La “Madonna della SS. Trinità”

Raggiungibilissima a piedi dal centro di Roiate con una mezz’ora a passo normale, la cresta del monte da dove si gode di un panorama mozzafiato immerso nel verde. Scendendo poche scale ci troviamo davanti la piccolissima chiesetta della Santissima Trinità avvolta nel silenzio più assoluto si tocca con mano la grande spiritualità del luogo.
La chiesetta della SS.ma Trinità di età indecifrabile, è nascosta tra le rocce, sulla cresta del monte detto Santa Maria La Serra. La Serra si riferisce al valico che a mezza costa del monte, a oriente, sbuca in una pianura dell’aia di Comasello, Era il passo più importante che metteva in comunicazione i popoli Equi della valle dell’Aniene con i popoli Volsci della valle del Sacco.

Sulla parete frontale si trova l’affresco che raffigura tre Persone uguali e Distinte la Trinità, un dipinto databile al secolo XVIII, di autore ignoto. Sopra l’altare troviamo in una nicchia un dipinto con la rappresentazione di Maria, che nello stile, ricorda gli affreschi delle chiese rupestri.
Un interessante articolo, “La Trinità e il vero dipinto di Roiate” a nome di Giacomo Orlandi, apparso sulla rivista Aequa, evidenzia che la vera raffigurazione della Trinità di Roiate non è il dipinto che si trova nella parete di fondo, uno dei tanti affreschi derivati dalla rappresentazione di Vallepietra, anche se, scrive l’autore, bisogna riconoscere che quell’immagine nella sua ieratica maestà, suscita nei credenti un’intensa contemplazione del Mistero.

 

Vera Trinità con Madonna

“La vera raffigurazione della Trinità di Roiate si trova nella nicchia sopra l’altare. È un dipinto che, nello stile, ricorda gli affreschi delle chiese rupestri. Vi è rappresentata anche Maria. Il dipinto, purtroppo è molto deteriorato per l’incuria e l’insipienza dei devoti che, nel tempo, hanno fissato la loro attenzione e devozione solo sull’immagine più recente delle tre persone divine, e hanno trascurato, perdendone anche il significato, il dipinto della nicchia che è stato rovinato dalle candele accese dalla pietà dei fedeli. In quel dipinto tuttora è riconoscibile la figura di Dio Padre con una lunga barba bianca e con una mano alzata sul capo della Vergine in preghiera con le mani giunte. Quella mano elevata sul capo della Vergine sta a significare l’azione vivificante dello Spirito Santo.”
Interessante anche il riferimento all’espressione “Andiamo alla Madonna della SS. Trinità”, usata dal popolo in pellegrinaggio alla chiesetta, espressione che ha incuriosito l’antropologo e storico delle religioni Alfonso Maria Di Nola che, non conoscendo l’affresco della nicchia sopra l’altare,
aveva creduto inizialmente all’interpretazione popolare della Trinità come una divinità femminile, confusa con la Madonna o con la “Mater Matuta” dei popoli pre-romani.